Pa: Fp Cgil, serve confronto su stabilizzazione precari o Pnrr a rischio

03 Marzo 2022

“Bisogna aprire in fretta un tavolo di confronto tra governo e sindacati per pianificare i percorsi di stabilizzazione dei precari in tutte le pubbliche amministrazioni, per costruire sin da subito la prospettiva di stabilizzazione degli assunti a termine per il Pnrr, per una adeguata distribuzione degli assunti Ripam ed evitare numerose rinunce, per la veloce assunzione di chi ha già superato un concorso ottenendo l’idoneità a lavorare nelle pubbliche amministrazioni”. A chiederlo è la Funzione Pubblica Cgil anche in relazione all’allarme lanciato dal ministro dell’Economia e delle Finanze, Daniele Franco, in audizione qualche giorno fa sul rifiuto dei tecnici del Pnrr.

“Dopo il flop del ‘concorso Sud’ – osserva la Fp Cgil -, ha spiegato il Ministro, anche il concorso per 500 tecnici dedicati al Pnrr ha dato risultati deludenti, con graduatorie soggette a frequenti rinunce motivate dalla difficoltà di trovare casa a costi sostenibili a Roma, al contratto a termine anziché a tempo indeterminato e per la tentazione di lavorare nel privato con retribuzioni più elevate. La precarizzazione del lavoro pubblico, fenomeno già criticabile, risulta ancora più incomprensibile se si pensa al ruolo chiave che questi professionisti dovranno svolgere per il futuro del Paese. Si deve tenere conto, inoltre, che le parallele procedure concorsuali Ripam per l’assunzione di funzionari a tempo indeterminato svuoteranno ulteriormente e inevitabilmente il bacino di professionisti assunti con i concorsi a tempo determinato, salvo che non sia garantita a questi ultimi una valida alternativa”.

Per la Fp Cgil, dunque, “è ineludibile un ripensamento sulla tipologia di contratto con il quale gli ultimi contingenti di personale sono stati assunti. Le professionalità acquisite non devono essere disperse, ma valorizzate e trattenute all’interno del mondo del lavoro pubblico. A questo scopo non sono sufficienti i meccanismi immaginati dal ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, che rimanda al 2026 le procedure di stabilizzazione, per altro riservate soltanto al 40% del personale precario e previo espletamento di un’ulteriore procedura concorsuale, che altro non sarebbe che un inutile doppione di quella già sostenuta”.

“I tecnici per aiutare le amministrazioni centrali nel monitoraggio sull’attuazione del Recovery Fund o i funzionari addetti all’Ufficio per il Processo che invece vengono utilizzati per coprire i buchi lasciati da personale cessato e mai sostituito nei tribunali sono solo alcune delle tante facce di una pubblica amministrazione portata al collasso da anni di immobilismo e di mancate assunzioni – continua la Funzione Pubblica Cgil -. E il rischio per il nostro Paese oggi è drammatico. Il Pnrr rischia di non centrare gli obiettivi se i suoi progetti non cadono su amministrazioni stabili nelle fondamenta. Per questo se non si procede in fretta ad assumere stabilmente i lavoratori che servono ad assicurare le attività ordinarie nemmeno gli innesti per i progetti da qui al 2026 vedranno la luce e il Paese perderà le risorse messe a disposizione dall’Europa”. Da qui la richiesta di un tavolo di confronto perché, conclude il sindacato, “la prospettiva stabile di questi lavoratori rappresenta il miglior futuro del Paese”.

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