INL Unitario – Il Tempo dell’attesa… e i suoi rischi

04 Maggio 2022

Chiariamolo subito: lo stato di agitazione è ancora in piedi. Come scritto nel precedente comunicato – non arrivato a tutto il personale a causa del perdurare dei soliti problemi informatici da parte di INL… – all’esito dell’incontro con il Ministro, abbiamo unitariamente deciso di non attivare le ulteriori forme di protesta che erano in programma per questa settimana, in attesa di verificare se e come questa battaglia, che imperversa ormai da due mesi e mezzo, darà frutti concreti. Ribadiamo, dunque, che entro venerdì 6 maggio constateremo se ci saranno gli sviluppi promessi dal Ministro del Lavoro.

Nel frattempo, vogliamo essere chiari, noi non abbiamo abbandonato la lotta: se le soluzioni che saranno prospettate, soprattutto nei tempi promessi, non saranno in grado di garantire le giuste aspettative del personale, metteremo in atto tutte le forme di protesta già calendarizzate, a cominciare dai presidii di fronte al MEF e ad altri palazzi, dalle conferenze stampa sullo stato dell’INL e molto altro.

Sul piano delle questioni aperte con l’INL (Decreto Poletti, FRD 2021, schede obiettivi e valutazione performance, reperibilità) queste OO.SS. hanno già condiviso una piattaforma comune per proteggere e non penalizzare tutti i lavoratori che hanno aderito alla protesta nazionale e che continuano a resistere nella mobilitazione intrapresa a livello locale.

In tal senso, alleghiamo nuovamente il modello di lettera da sottoscrivere e inviare al vostro ufficio, per rispedire al mittente le schede obiettivi e ogni pretesa di incremento della produttività. I vertici, che hanno registrato il rallentamento delle attività e dei servizi, devono essere consapevoli che non abbasseremo la guardia fino a quando non avremo ottenuto qualcosa di concreto.

Ciò precisato, è necessario fare un ragionamento che sconfigga il senso di impotenza e rassegnazione vissuto quotidianamente dalle lavoratrici e dai lavoratori dell’INL. Per questo, occorre ragionare sui fatti e, soprattutto, fare in modo che la frustrazione per non aver ancora raggiunto i risultati sperati non annienti la nostra capacità di incidere concretamente, facendoci dimenticare che la questione della mancata perequazione ha natura politica e che, proprio per questo motivo, deve trovare una soluzione politica.

La soluzione normativa sarebbe dovuta già arrivare? Certo, ma era purtroppo prevedibile che la lotta non sarebbe durata poche settimane, ma intanto dei passi in avanti si sono registrati: ricordiamo che quando la mobilitazione partì, le prime risposte erano tese a disconoscere l’esistenza stessa della questione. Nel corso dell’ultimo incontro al Ministero, invece, non solo abbiamo acquisito la piena disponibilità del MEF a inserire una norma in legge di bilancio che riconosca definitivamente la perequazione dell’indennità al personale di INL e ANPAL, ma anche l’apertura del Ministro del Lavoro a prevedere una “norma-ponte” che traghetti questo riconoscimento fino alla legge di bilancio, riconoscendo un anticipo sul trattamento economico (ad esempio per gli arretrati), che entrerà definitivamente a regime con la legge di bilancio. Tutto questo, non era nient’affatto scontato ed è il frutto della mobilitazione e delle lotte di questi mesi: è merito delle lavoratrici e dei lavoratori dell’INL!

Proprio per questo, sconsigliamo le colleghe e i colleghi dalla tentazione pericolosa di presentare ricorsi giudiziari, dagli esiti incerti e imprevedibili, mentre la trattativa e la mobilitazione sindacale sono tuttora in corso. Liberi tutti di tutelarsi nel modo che si ritiene più corretto, tuttavia è opportuno informare del serio rischio “strategico” che si corre attivando procedure giudiziarie lunghe, costose e dai risvolti potenzialmente controproducenti. Ricordiamo, a titolo di esempio, che proprio per effetto di alcuni ricorsi giudiziari sulle progressioni economiche al Ministero, non si sono fatte più progressioni per circa dieci anni… Molti altri esempi si potrebbero fare, ma è utile capire i rischi cui si va incontro.

Insomma, comprendiamo e condividiamo il senso di frustrazione vissuto da chi intende aderire a tali iniziative, ma allo stesso tempo ribadiamo con onestà che il diritto alla perequazione non è stato ancora riconosciuto formalmente da alcun atto normativo e che, pertanto, in questa fase qualcuno potrebbe approfittare dell’insorgere dei contenziosi per lasciare tutto alla responsabilità dei giudici.

Il pericolo è, dunque, di mettere a repentaglio le nostre stesse ragioni ed il raggiungimento dell’obiettivo ultimo, da tutti condiviso in tempi ragionevoli.

In questo senso, cogliamo l’occasione per rinnovare il nostro invito a non seguire una strategia improduttiva, divisiva e che potrebbe recare più danno che giovamento alla battaglia che stiamo portando avanti sul terreno politico.

Tra pochi giorni vi aggiorneremo nuovamente per chiarire se vi siano stati sviluppi positivi delle questioni in campo.

Roma, 4 maggio 2022

FP CGIL           CISL FP              UILPA                FLP               CONFINTESA FP       CONFSAL- UNSA                              USBP.I.
M. ARIANO    M. CAVO     B. DI CUIA       A. PICCOLI         N.MORGIA                      V. DI BIASI              G.DELL’ERBA/V. SANTURELLI
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