INL, UNITARIO – Nuova bozza Decreto Incentivi: Luci e ombre

01 Giugno 2022

Il 31 maggio si è tenuto un nuovo incontro con l’Amministrazione, che si è concentrato unicamente sulla nuova bozza di Decreto Incentivi inviataci a seguito dello scorso incontro e di una serie di richieste di parte sindacale.

Tuttavia, con la speranza che finalmente qualcosa si sblocchi, sono stati già calendarizzati altri due incontri (il 9 e il 14 giugno) per discutere di mobilità territoriale, cambi di profilo, FRD 2021 e nuovo regolamento sul lavoro a distanza.

Relativamente all’impiego delle somme destinate all’acquisto di beni strumentali, ci è stato comunicato che nel 2021 queste non sono state usate e che è stata erogata agli uffici solo la somma relativa alla quota fissa – pari a 1 milione e mezzo di euro – su un totale di circa 5 milioni e mezzo. Rispetto a questo, abbiamo anzitutto chiesto di accelerare la distribuzione degli incentivi ancora mancanti del 2021; riguardo all’acquisto di beni strumentali, abbiamo evidenziato che finora gli uffici non ci sembra si siano mossi in modo coordinato, per cui abbiamo chiesto che d’ora in poi gli acquisti di beni strumentali per l’attività ispettiva siano effettuati dal centro, a seguito di una interlocuzione con i territori anche se comunque abbiamo chiesto di valutare la possibilità di destinare l’intero ammontare alla incentivazione delle attività, e la acquisizione della strumentazione informatica dai normali capitoli di bilancio dell’INL. Così, ad esempio, di certo sarà fondamentale procedere rapidamente all’acquisto di cellulari di servizio ed anche considerato che i laptop in dotazione sono equipaggiati con tecnologia LTE si preveda di dotare ogni ispettore di una di SIM dati, questo consentirebbe la possibilità di connessione per ogni necessità di consultazione di banche dati. Naturalmente anche se con risorse diverse si dovrebbe iniziare a provvedere a dotazioni analoghe da destinare anche al resto del personale. Su questo, nel concordare con la nostra richiesta, ci è stato risposto che si valuterà la possibilità del noleggio piuttosto che dell’acquisto, così da avere strumenti costantemente adeguati. Riteniamo sia altresì essenziale fornire il personale di un programma di elaborazione delle buste paga, necessario, ad es., per l’emanazione di diffide accertative e non solo. Sembra incredibile ma delle risorse spese a tal fine negli anni precedenti non siamo ancora riusciti a sapere quante, in che modo e chi le avrebbe utilizzate.

Quanto al merito del documento presentato,  riteniamo si stia andando nella direzione giusta anche se ci sono ancora modifiche da fare. Gli obiettivi che vogliamo raggiungere sono sostanzialmente la valorizzazione della funzione ispettiva e la semplificazione degli adempimenti burocratici.

A seguito delle nostre richieste scompare la quota variabile, e resta una quota – pari al 50% – legata al mero esercizio dell’attività ispettiva. C’è poi un’altra quota – sempre pari al 50% – legata al numero di lavoratori tutelati complessivamente dall’INL nel 2022, suddivisa in tre fasce progressive: fino a 35.000 lavoratori tutelati verrebbe attribuito il 40% della quota, a 55.000 il 70%, a 75.000 il 100%.

Abbiamo apprezzato che, come avevamo richiesto, finalmente siano scomparsi i riferimenti alle voci variabili presenti in precedenza (es.: orari disagiati, uso del mezzo proprio, disponibilità al trasporto, etc.) così come – sempre su richiesta di parte sindacale – è scomparso il nesso con le presenze in servizio quale elemento di calcolo e viene anche meno il riferimento alla necessità di utilizzo del mezzo proprio, al fine di tutelare i lavoratori che non lo abbiano messo a disposizione nell’ambito della mobilitazione.

Ci sembra che finalmente si stia andando nella direzione di una somma legata all’esercizio della funzione; proprio per questo abbiamo chiesto di aumentare tale quota al 60-70% e di chiarire che tali importi spettino a tutto il personale che effettivamente svolge attività ispettiva. L’Amministrazione, peraltro, si è dimostrata scettica sulla modifica delle percentuali delle quote, evidenziando la natura sperimentale di questo provvedimento. Proprio partendo dalla natura sperimentale abbiamo ribattuto che sarà necessario rivedersi tra pochi mesi, per verificare quali saranno le ricadute concrete sui lavoratori: su tale aspetto l’Amministrazione ha concordato.  

Riguardo alla platea dei lavoratori tutelati, ci è stato chiarito che si tratta di obiettivo su base nazionale, che non considera lo “storico” dei lavoratori tutelati che, ad esempio, nel 2021 si era attestato su 151.000 lavoratori. L’obiettivo che ci si prefigge, infatti, è quello di inserire una logica di gruppo, superando quella individualistica. Su nostra richiesta è stato anche precisato che per “lavoratori tutelati” s’intende coloro cui si riferiscono le irregolarità più gravi, risultanti da ASIL, cui si aggiungono quelli oggetto di diffida accertativa, disposizione o rispetto ai quali siano stati adottati provvedimenti in materia di autotrasporto. Similmente, si è chiarito che i tre lavoratori tutelati per ogni vigilanza tecnica irregolare che rientrano tra quelli tutelati, vanno considerati per singola azienda, così come risulta da ASIL.

Il riferimento agli applicativi servirebbe a ridurre gli adempimenti a carico degli uffici, visto che questi ultimi già li comunicano periodicamente. A questo proposito, abbiamo nuovamente rimarcato l’urgenza di avere finalmente applicativi degni di questo nome, che sgravino di lavoro i territori in tutti i processi e possano consentire anche una valutazione qualitativa dell’attività ispettiva. Al momento sul punto, ci sembra si continui a navigare a vista e riteniamo sia un lusso che non ci si può permettere.

L’attribuzione di queste quote avverrebbe in modo pieno per il personale adibito all’attività ispettiva dal 75% in poi, mentre sarebbe riproporzionato per coloro adibiti all’attività ispettiva dal 74% in giù. Si è posto, quindi, il tema dell’incompatibilità di tali quote con altre forme di incentivazione, per evitare eccessive differenziazioni economiche tra lavoratori che potrebbero scatenare inutili conflitti interni agli uffici.

La bozza, inoltre, prevede che l’erogazione delle risorse relative al numero di lavoratori tutelati avvenga proporzionalmente ai risultati conseguiti in ambito interregionale. Questo significa che ogni ambito interregionale riceverà la seconda quota in proporzione a quanto ha contribuito al raggiungimento del numero globale di lavoratori tutelati. Tale aspetto non ci trova d’accordo, in quanto ci sembra in controtendenza con l’elemento indennitario e su questo chiediamo un ripensamento all’Amministrazione, così da garantire un’omogenea distribuzione delle quote su tutto il territorio.

Allo stesso modo, siamo perplessi dall’inclusione sic et simpliciter del personale che svolge attività di coordinamento della vigilanza. Intendiamoci: siamo d’accordo sulla necessità di garantire un riconoscimento non puramente simbolico a chi svolge quest’attività, in particolare per chi la svolge sul territorio rinunciando ovvero limitando fortemente l’attività ispettiva. Tuttavia, dobbiamo tener presente che questa discussione non può prescindere dall’altra – che dobbiamo riprendere al più presto e che chiediamo di calendarizzare a breve – relativa alla selezione e al pagamento dei titolari di Posizioni Organizzative. Solo trattando in modo organico quest’aspetto, potremo garantire che ci sia un adeguato riconoscimento a chi svolge quest’attività, evitando contrapposizioni.

 

FP CGIL

Matteo Ariano

CISL FP
Michele Cavo

 

UIL PA
Bruno Di Cuia

 

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