Agenzia delle Entrate – Dichiarazione stato di agitazione del personale dell’Agenzia delle Entrate

08 Luglio 2022

Coordinamenti Nazionali Agenzia Entrate

Al direttore dell’Agenzia delle Entrate
Avvocato Ernesto Maria Ruffini

Oggetto: Dichiarazione stato di agitazione del personale dell’Agenzia delle Entrate.

Egregio direttore,

le scriventi Organizzazioni Sindacali nazionali nelle scorse settimane hanno più volte tentato di farsi ascoltare da Lei per stabilire, se non una comune strategia, almeno un metodo comune per portare all’attenzione dell’autorità politica la situazione non più tollerabile che lavoratrici e lavoratori dell’Agenzia delle Entrate sono costretti a vivere già da tempo. Purtroppo senza successo.
Infatti, è noto che i carichi di lavoro siano ormai insostenibili a causa della continua contrazione del personale, sceso sotto le 30.000 unità. Ormai non è quasi più possibile nemmeno assicurare l’ordinaria amministrazione e il disagio dei colleghi è sempre più palpabile.
A questo si aggiunga il continuo taglio delle risorse destinate alla produttività, a fronte di stipendi ormai ai limiti della sussistenza e non certo commisurati né alla professionalità né agli obiettivi richiesti. Dalle tabelle presentate a queste organizzazioni sindacali, dal fondo di produttività 2020 dovrebbero essere tagliati, per effetto dei tetti di legge, 127 milioni di euro. Trattasi di quasi 5.000 euro pro-capite, un controsenso se pensiamo che l’incentivo destinato al personale dell’Agenzia dalla Legge 157/2015 (l’ex-comma 165) non arriva a 120 milioni di euro. Come dire che stiamo lavorando per non prendere gli incentivi di produttività previsti dalle norme.
Le ricordiamo che il PNRR non prevede un solo euro di investimento per il fisco dal punto di vista delle assunzioni né per incentivare la produttività, nonostante una delle riforme più sbandierate dal Governo sia proprio quella fiscale che, inevitabilmente, costituirà un’ulteriore sfida per il personale prostrato dalle carenze e dai carichi di lavoro impossibili.
Eppure ciò che abbiamo chiesto già negli scorsi anni alla politica e a Lei, direttore, sono azioni mirate a rimpiazzare i tanti pensionamenti nonché di poter fruire, in tutto o in buona parte, non di soldi freschi ma di quelli a noi già assegnati per il lavoro svolto.
Sinora, tranne piccoli interventi, il Governo è stato latitante nonostante le ampie rassicurazioni fornite in sede di confronto annuale sulle Convenzioni.
Ciò che però ci amareggia è la totale sottovalutazione da parte Sua delle istanze provenienti dal personale. Le scriventi hanno chiesto verbalmente alla delegazione di parte pubblica un incontro con Lei già alla fine del mese di maggio; abbiamo dovuto scrivere una nota formale il 14 giugno per essere ricevuti solo due settimane più tardi. In quell’occasione abbiamo fornito a chi La sostituiva per la Sua improvvisa indisposizione tutti gli elementi necessari per ottenere una risposta in tempi brevi e ricevuto rassicurazioni sul fatto che non appena si fosse rimesso ci avrebbe chiamati per risponderci.

Abbiamo dovuto invece constatare che solo ieri e solo perché abbiamo sollecitato l’incontro, questo sia stato fissato a circa dieci giorni dopo, il 14 luglio. All’iniziale comunicazione della data per le vie brevi abbiamo riferito al dottor Dorrello l’estrema urgenza di incontrarci e che il 14 luglio era una data troppo lontana. Non abbiamo ricevuto nessuna risposta se non la conferma formale dell’incontro giunta oggi, che è rimasto al 14 luglio. A questo punto ciò che pensiamo è che davvero il personale e i lavoratori dell’Agenzia nell’ordine di priorità vengano agli ultimi posti e non possiamo che dolercene perché sono loro che risolvono i problemi e che permettono ogni
giorno all’Agenzia delle Entrate di assolvere ai propri obblighi nei confronti dei terzi amministrati.
D’altra parte le iniziative unilaterali dell’Agenzia, non concordate con i rappresentanti dei lavoratori, risultano superflue se non controproducenti, come abbiamo già spiegato al dottor Savini in occasione dell’incontro del 27 giugno.
Chiedere una norma per anticipare di un paio di mesi il bando di un concorso per funzionario per i pochi posti già previsti dalle norme vigenti anziché chiedere con forza un investimento sotto forma di un concorso straordinario per almeno 5.000-6.000 posti, che comunque non coprirebbero il fabbisogno organico, non ci pare cambi le sorti della nostra Agenzia; allo stesso modo, chiedere 7
milioni di euro e tra l’altro nemmeno esenti dai tetti di legge, anziché promuovere insieme al sindacato un’azione per rivendicare l’uso di fondi assegnati e poi tagliati per effetto di odiose norme rischia solo di portare i tagli per il fondo 2020 da 127 a 134 milioni di euro, senza che vi sia un solo euro in più disponibile per i lavoratori.
Di questo avremmo voluto parlare con Lei due mesi fa e non abbiamo potuto; di questo abbiamo chiesto, inascoltati, il 27 giugno e questo ci troviamo ancora a chiedere senza che codesto vertice si sia degnato di darci una risposta.
Non meglio vanno le cose su questioni strategiche che dipendono esclusivamente dall’azione dell’Agenzia delle Entrate. Alle decine di problemi che pure il 27 giugno abbiamo nuovamente rappresentato e che vanno dal sistema di valutazione mal applicato in periferia, alla mobilità nazionale, alle misure di conciliazione vita-lavoro, ai carichi di lavoro, alla situazione drammatica dei locali nei quali i nostri colleghi si trovano ogni giorno a lavorare, l’unica risposta che abbiamo ricevuto è stata prima la richiesta di un piano ferie dei sindacalisti al quale abbiamo tutti risposto di essere disponibili sempre tranne le due settimane centrali del mese di agosto, e poi un’unica data di possibile convocazione per il 20 o il 21 luglio. Praticamente una sorta di provocazione, vista l’estrema urgenza, che anche l’Agenzia dovrebbe avere, di risolvere i problemi che ci giungono dai lavoratori.
Per tutto quanto sin qui elencato, le scriventi dichiarano lo stato di agitazione di tutto il personale dell’Agenzia delle Entrate, auspicano che la riunione da Lei convocata per il 14 luglio possa essere anticipata, anche ad horas, e La informano che, rebus sic stantibus, saranno
costretti a fare da soli e quindi, nei prossimi giorni, chiederanno un incontro al vice ministro con delega all’Agenzia delle Entrate e non escludono di arrivare in tempi brevi a misure di mobilitazione incisive non escluso lo sciopero del personale.

Si resta in attesa di riscontro e si inviano cordiali saluti.

Roma, 7 luglio 2022

FP CGIL             CISL FP          UIL PA     CONFSAL/UNSA      FLP
Gamberini           De Caro       Cavallaro     Sempreboni          Patricelli

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