MIC – Osservazioni di CGIL CISL UIL su dotazioni organiche e nota di accompagnamento

29 Agosto 2022

Una pianta organica a perdere

Nel pubblicare copia della corposa documentazione inviata all’amministrazione relativamente alla proposta di rimodulazione degli organici inviateci a ridosso di Ferragosto non possiamo esimerci di aggiungere ulteriori considerazioni su questa operazione.

Non si tratta solo di una mancata occasione di rivedere i fabbisogni professionali in modo adeguato a quelle che noi riteniamo essere le reali esigenze che esprimono i vari cicli lavorativi, ma di una scelta che sposta ulteriormente il baricentro del Ministero verso i cicli di valorizzazione. Non si possono valutare altrimenti i tagli pesantissimi che hanno subito figure strategiche per la tutela del patrimonio culturale come ad esempio gli assistenti tecnici e i bibliotecari. Figure già quasi ignorate nei piani assunzionali che adesso si vedono ridimensionate in modo pesante con criteri che hanno approcciato questa rimodulazione in modo del tutto discutibile, come se ciascuna Direzione Generale fosse un corpo separato e autonomo dalle altre. Lo stesso corposo incremento del personale di vigilanza registra una distribuzione del tutto diseguale tra le Direzioni Regionali museali ed i Musei autonomi che ne beneficiano in modo del tutto massiccio e, in più di qualche caso, del tutto inappropriato. Con buona pace del patrimonio diffuso.

La stessa riduzione, ancorché contenuta, di figure come l’archeologo e lo storico dell’arte, appare significativa rispetto all’indifferenza con cui sono state trattate le innumerevoli specificità di un territorio altamente caratterizzato dalla presenza diffusa di aree archeologiche e per la sua valenza storico-artistica. Per finire all’abbattimento di figure come il funzionario alle tecnologie e il diagnosta, che inciderà pesantemente sulle prospettive di riqualificazione professionale dei lavoratori, fino persino alla riduzione di figure essenziali ai cicli di ricerca e conservazione come i biologi e i chimici. Alcuni risultati sono addirittura paradossali: la mancata previsione di figure come archeologi, demoetnoantropologi e storici dell’arte nella SABAP speciale di Roma, il venir meno di bibliotecari in Uffici che hanno in gestione Biblioteche con migliaia di volumi, l’insufficiente previsione di restauratori nei settori archivistico-bibliotecari, la mancata previsione di un organico per la Soprintendenza nazionale per il PNRR.

Un ennesimo colpo alla tutela del patrimonio culturale: con questa operazione si chiude il settennato di gestione quasi esclusiva del ministro Franceschini e si consegna ai successori un Ministero debole e sfiancato da innumerevoli riassetti organizzativi e da una paurosa carenza negli organici. Con un futuro davanti che non si può certo definire roseo, non possiamo certamente dimenticare gli attacchi alle prerogative di tutela che in questi anni sono venuti con i tentativi di marginalizzazione dei procedimenti di tutela paesaggistica, in materia di archeologia preventiva e i progetti di autonomia differenziata.

Per questo occorrerà un impegno se possibile maggiore in difesa delle prerogative costituzionali del Ministero e per questo è importante riprendere la fase di mobilitazione avviata a luglio, ponendo al centro le istanze che unitariamente abbiamo portato avanti ed avviando subito il confronto per l’applicazione del nuovo CCNL.

Claudio Meloni

FP CGIL Nazionale MIC

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