Sorrentino a congresso Ituc: “Chi cura le vite rifiuta la guerra”

24 Novembre 2022

“Chi cura le vite rifiuta la guerra”
Serena Sorrentino al V Congresso della Confederazione sindacale internazionale ITUC a Melbourne, Australia

Post Facebook di Serena Sorrentino del 22 novembre

Con oggi si conclude il 5* Congresso dell’ITUC (#ITUC22) a Melbourne. Sono state giornate molto interessanti, che hanno sicuramente rafforzato alcune nostre convinzioni e obiettivi: garantire lavoro decente e dignitoso nel mondo, governare i grandi cambiamenti che stanno attraversando il mondo con una transizione giusta ed equa, difendere ed estendere i servizi pubblici garantendo l’accesso ai diritti universali, combattere le discriminazioni nel lavoro e nella società. Soprattutto con la proposta di un Nuovo Contratto Sociale si prende atto del fallimento del capitalismo e delle mondializzazione finanziaria dominata dalle speculazioni delle multinazionali, di quello dell’economia mondiale neoliberista e dominata dalle imprese.
Cambiare radicalmente questa impostazione vuol dire lottare contro le iniquità, lo sfruttamento e la discriminazione. Il cambiamento deve essere globale e a beneficio di tutti i popoli del mondo. Occupazione, Diritti, Salari, Protezione sociale, Uguaglianza, Inclusione sono i capitoli fondamentali del Nuovo Contratto Sociale, ma ancor di più è fondamentale la convinzione forte e radicata da parte del movimento sindacale globale che bisogna difendere la Democrazia e la libertà sindacale, che sono sotto attacco in tutto il mondo. Pace e Democrazia, dalla repressione omicida in Myanmar all’imposizione di regimi autoritari a Hong Kong e in Bielorussia, al diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese e la fine del conflitto con la definizione di due stati per due popoli, ai conflitti che attraversano l’Africa martoriandola, fino alla destabilizzazione dei processi politici nelle democrazie consolidate.
Nazionalismo, populismo, xenofobia, antisemitismo e islamofobia dilagano in tutto il molto e tantissimi sindacati di diversi Paesi si sono schierati a sostegno della proposta della Cgil di un manifesto per la costituzione di una rete internazionale dei sindacati antifascista. La Cgil ha una rete di relazioni internazionali strutturata, radicata e forte che ci ha consentito di essere parte del dibattito politico grazie allo straordinario lavoro di Salvatore Marra, Sergio Bassoli, Mabel Grossi.
La cosa più interessante su cui riflettere nella costruzione delle mobilitazioni nazionali è la consapevolezza che l’attacco ai diritti della persona e dei lavoratori ha tratti comuni in tutto il mondo ed è fortemente ancorato alla crescita delle disuguaglianze, vera e propria strategia politica di attacco alle libertà e alla democrazia sempre di più sostituita con modelli di governo autoritari, sovranisti, xenofobi e da un modello di sviluppo che delega alle imprese la crescita che non è né inclusiva, né distributiva, né sostenibile.
Il nostro lavoro come Funzione Pubblica Cgil a livello europeo con Epsu e internazionale con Psi per contrastare la privatizzazione dei servizi pubblici e le speculazioni delle multinazionali che operano nel settore dell’assistenza e della sanità escono rafforzate da queste giornate di scambi, in particolare sulla necessità di lavorare a livello internazionale sulla difesa della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, sulla difesa del diritto di sciopero nei servizi essenziali.
In queste intense giornate abbiamo anche incontrato la comunità di italiani residenti in Australia. Emigranti che testimoniano quanto sia assurdo, ingiusto e contro i diritti fondamentali della persona affrontare il tema dell’accoglienza ai migranti come sta facendo il nostro Paese da troppi anni. Mi ha detto un compagno originario di Verona che quando sono arrivati qui gli italiani erano stranieri, come oggi lo sono i tanti che da terra e mare arrivano in Italia, poi hanno costruito case, strade, sono diventati insegnati, lavoratori del settore turistico, professionisti, sono diventati parte della comunità istituzionale e politica. Non si spiegano quindi come facciamo, noi popolo di emigranti ancora oggi, a non comprendere che la mobilità delle persone è una ricchezza e l’accoglienza un dovere.
Abbiamo avuto la possibilità di comprendere quanto sia importante anche il ruolo del sindacato attraverso l’opera meritoria del patronato Inca Cgil nel mondo. Le nostre sedi all’estero sono le nostre originarie Camere del Lavoro: luoghi di accoglienza, tutela e soprattutto di partecipazione. Un vero e proprio sindacato di comunità, di cui spesso siamo poco consapevoli.
Abbiamo avuto l’occasione grazie alla Cgil di rafforzare anche la voce della lavoratrici e lavoratori dei settori pubblici nel dibattito, nei 3 minuti (senza deroghe) che ogni delegato ha a disposizione questi sono stati i contenuti offerti al dibattito:

Compagne e Compagni, Colleghe e Colleghi,
il congresso #ITUC22 promuove un Nuovo Contratto Sociale.
Un Pilastro di questa strategia deve essere la difesa del valore sociale dei servizi pubblici, a partire dalla Salute.
La salute non è solo organizzazione del servizio sanitario e sociale, è molto di più, riguarda il benessere delle persone, delle comunità e dell’ambiente, è un diritto universale.
Transizione giusta ed equa deve voler dire governare i grandi cambiamenti demografici, climatici e tecnologici mettendo in sicurezza le persone.
La Salute non è e non può essere assimilata ad una merce globale.
Non può essere il mercato a scegliere chi vive e chi no, come è successo nella pandemia covid-19 e come accade in tanti paesi del mondo.
Il Covid-19 è stato il sintomo di una patologia più forte che è la debolezza dei sistemi di protezione sociale nel mondo, sotto attacco da anni di politiche di austerity e privatizzazioni.
Le politiche economiche pubbliche devono cambiare il loro orientamento investendo nei servizi pubblici e contrastando le speculazioni delle multinazionali.
Ci vuole un cambiamento radicale, lo dobbiamo alle generazioni future la cui aspettativa di vita si riduce anziché aumentare, alle persone più fragili, a chi soffre di salute mentale, alle persone disabili, al dovere di prendersi cura delle persone anziane e non autosufficienti, alle donne, occupandoci della salute delle lavoratrici e del diritto di tutte le donne alla maternità consapevole e alla tutela della salute di genere nell’autodeterminazione, lo dobbiamo soprattutto ai quasi 180 mila colleghi operatori sanitari e dell’assistenza morti nella pandemia per salvare le vite di tutti noi.
Il mercato del lavoro dei servizi pubblici, dei professionisti sanitari e dell’assistenza in particolare, è sempre più globale.
Per questo la nostra strategia sindacale deve essere internazionale: contrattazione collettiva, salari dignitosi, orari di lavoro adeguati ( tutelando la norma sull’obbligo del rispetto delle 11 ore di riposo), contrasto alle violenze nei confronti degli operatori e al burn-out, tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e nei confronti delle malattie professionali, investimento nella ricerca sanitaria, contrattazione dei processi di digitalizzazione compresi i settori della salute e dell’assistenza, lotta alla precarietà e al dumping contrattuale.
La Salute deve essere dichiarata bene comune, universale, tutelata dal servizio pubblico.
Questa è l’unica strategia per contrastare le discriminazioni e le disuguaglianze sociali, garantire un’esistenza libera e dignitosa, difendere la democrazia e la giustizia sociale.
Economia della cura, diritti della persona, diritti del lavoro, pace e disarmo: in una parola Benessere.
Chi cura le vite delle persone rifiuta la guerra che è prima di tutto la sospensione dello stato di diritto, delle libertà e la negazione del valore della vita umana.
Come scriveva J.P.Sartre “quando i ricchi si fanno la guerra, sono i poveri a morire”, e i poveri di solito sono lavoratrici, lavoratori che rappresentiamo noi.

Con l’intervento di tutte le compagne e compagni al Congresso a partire dal segretario confederale Cgil, Cristian Ferrari, del presidente nazionale di Inca Cgil, Michele Pagliaro, del segretario generale Filt, Stefano Malorgio, della segretaria generale della Fiom di Milano, Roberta Turi, della responsabile internazionale della Filt, Elisa Gigliarelli, della segretaria di NIdiL Mantova, Gloria Pavesi, dell’elezione di Luca Visentini segretario generale CSI e dell’elezione di Maurizio Landini, vicepresidente del CSI, torniamo in Italia con molta motivazione, convinzione e forza, consapevoli che solo la solidarietà e la mobilitazione internazionale delle lavoratrici e lavoratori, solo la difesa delle libertà sindacali e il rifiuto della Guerra e la Pace come progetto politico di un nuovo ordine mondiale basato sulla giustizia sociale, sulla riconversione verde per salvare il pianeta, sulla lotta alle discriminazioni di genere, generazione, etniche, sociali, politiche e culturali.

 

Sorrentino a congresso Ituc, salute bene comune universale (VIDEO)

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