INPS, Fp Cgil – Mobilità e Neo – Assunti: a vincere è soltanto la confusione

07 Marzo 2023

Si è svolto ieri l’incontro tra l’Amministrazione e le organizzazioni sindacali in relazione al prossimo ingresso in INPS di 4.124 consulenti di protezione sociale. All’ordine del giorno il documento trasmesso dall’Amministrazione sulla ripartizione delle future colleghe e dei futuri colleghi nelle diverse sedi del territorio nazionale.

In apertura dei lavori, l’Amministrazione ha precisato che il 2023 sarà un anno di assunzioni per l’INPS: l’Istituto punta, in tal senso, ad avere entro l’anno 4.843 nuovi funzionari, cui si sommeranno altri inserimenti correlati a nuovi concorsi (medici e probabilmente avvocati).

La ratio utilizzata nell’allocazione dei Consulenti di Protezione Sociale è stata la stima del pervenuto 2023. L’Amministrazione ha affermato di aver depurato dal computo i modelli del pervenuto covid e le attività eccezionali connesse, prendendo a riferimento soltanto il personale incardinato nelle ex aree A, B e C.

L’ipotesi sottostante è che la produttività debba stare sul 124, neutralizzando in media le attività di consulenza in relazione al cluster di appartenenza delle Direzioni Provinciali. Da questo pervenuto, così calcolato, e tenendo conto delle cessazioni previste fino al 2024, sono state ricavate le esigenze. L’Amministrazione ha riservato il 5% del nuovo personale alla Direzione Generale e un ulteriore 5% alla Direzione Servizi al Territorio, per agevolare un processo di polarizzazioni.

Come FP-CGIL abbiamo segnalato, in premessa, che l’incontro di oggi appare tardivo, a dispetto della nostra richiesta per un’interlocuzione reale. La convocazione delle parti, a poche ore dalla pubblicazione sul portale INPS della procedura di scelta delle sedi per i concorsisti, sembra rispondere più a esigenze di forma che di sostanza.

Abbiamo rilevato come il nostro interesse risponde sempre a un’esigenza: garantire la tenuta dei servizi e la tutela delle lavoratrici e dei lavoratori in ogni struttura del territorio. In tal senso abbiamo evidenziato come le assegnazioni previste presentino criticità evidenti, al punto che alcune situazioni di documentata carenza d’organico non solo non vengono affrontate ma vengono cristallizzate anche dalla nuova ripartizione. Ciò non pone problemi solo alle strutture territoriali, su cui registriamo il disinteresse della controparte, ma pone serie criticità anche sul piano nazionale: la scelta di non assegnare personale adeguato rispetto ai carichi di lavoro da un lato stressa la componente produttiva nelle sedi, pregiudicando in potenza i servizi, dall’altro rischia di compromettere globalmente il raggiungimento dell’incentivo, al Sud come al Nord, ivi considerata la non efficiente ripartizione delle risorse.

Sempre in relazione al tema abbiamo notato alcune anomalie evidenti, che abbiamo rappresentato al tavolo a titolo d’esempio: a Rossano Calabro attualmente sono in servizio circa 70 dipendenti e si prevede un’immissione di 65 nuove unità. Abbiamo quindi chiesto quali siano state le esigenze a monte di questa scelta e dove verranno allocati i lavoratori e le lavoratrici assegnati, considerati gli spazi della sede decisamente ristretti. Altrettanto anomala è la situazione della Sardegna: una regione che, nella sua complessità, ha visto posti a bando in mobilità inferiori rispetto alle esigenze e che solo oggi vede riconosciuta la carenza di organico. Una situazione diffusa, che si registra su diverse regioni lungo il territorio nazionale. Così facendo, però, l’Amministrazione crea contrapposizione tra il personale della mobilità e le nuove assunzioni, mentre dovrebbe operare per creare coesione ed inclusione tra il personale dell’istituto.

Sempre nel novero della ripartizione voluta dall’Amministrazione, abbiamo constatato un’anomalia di fondo evidente, ossia l’accesso alla Direzione Generale direttamente per concorso. Negli incontri passati è sempre stato fatto presente, da parte della dirigenza, che le Direzioni Regionali, le Direzioni di Coordinamento Metropolitano e la Direzione Generale non potevano essere oggetto di mobilità, in quanto solo gli interpelli avrebbero garantito le specifiche professionalità addette ai ruoli. Oggi scopriamo che l’Amministrazione, invece, si riserva di derogare da questa regola, assumendo a concorso 400 unità senza alcuna valutazione dei profili. Se a ciò aggiungiamo un dato, ossia la presenza di circa 140 colleghi che non sono riusciti ad accedere con la mobilità alla prima sede agognata (salvo scoprire che la stessa è oggi pronta ad accogliere nuove risorse), la cifra di fondo sembra una generale noncuranza nei confronti del personale in servizio, una noncuranza che fa male specie dopo gli elogi pubblici relativi al lavoro svolto durante l’emergenza pandemica e che è in netto contrasto con l’immagine dell’INPS offerta ai nuovi consulenti. Per questo abbiamo chiesto di non insistere negli errori e di soddisfare, da subito, le prime scelte di chi ha partecipato al bando di mobilità.

L’Amministrazione si è riservata di fare un ragionamento organico a fine aprile, con i numeri definitivi, per verificare lo stato dell’arte della mobilità e far scorrere le eventuali graduatorie.

Abbiamo, infine, accolto con sorpresa le dichiarazioni del Presidente nell’incontro con i neo-assunti: in quella sede è stata presentata un’idea di INPS che comporta una riorganizzazione profonda dell’assetto territoriale e organizzativo dell’Istituto. Un’idea che non è mai stata portata al tavolo e di cui abbiamo appreso i principi-guida tramite un evento streaming. Lo stesso vale per il “patto di formazione“, ventilato nel corso dell’evento, e su cui – in assenza di alcuna indicazione – abbiamo richiesto formalmente un tavolo tecnico relativo alla gestione della formazione del personale.

 

FP CGIL – INPS

Antonella Trevisani

 

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