INPS, Fp Cgil – Fughe in avanti, ma chi ha aperto la strada?

17 Aprile 2023

In data 12 aprile, in occasione del confronto in sede Opi, come organizzazione sindacale abbiamo chiesto informazioni in merito alla ripartizione delle 206 unità assegnate in Direzione Generale. L’immissione di personale, a chiusura del concorso per Consulenti della protezione sociale, s’inquadra – in tal senso – con le esigenze rappresentate nel tempo dalle diverse Direzioni, con le carenze di organico correlate ai pensionamenti che in passato abbiamo segnalato quali potenziali criticità.

Nella replica fornitaci, l’Amministrazione ha specificato di non avere ancora provveduto a una profilazione delle competenze individuate tra vincitori del concorso, rimandando a un secondo momento la risposta. Prendendone atto attendevamo, pertanto, una ricognizione e una comunicazione trasversale, rivolta a tutte le sigle, per trasparenza e correttezza.

Abbiamo appreso, invece, che una sigla sindacale – malgrado non avesse posto la questione – ha ottenuto e diffuso un prospetto schematico, non pervenuto alle altre sigle. Un prospetto che circolava solo a livello dirigenziale e che è stato reso pubblico tramite piattaforme social.

C’è, dunque, un canale ombra nell’accesso alle informazioni? Dove finisce la linea che demarca la differenza tra l’Amministrazione e alcune sigle sindacali? E qual è la contro moneta che viene offerta in cambio di questo trattamento? È lecito chiederselo e chiederlo ai vertici dell’Istituto, se hanno ancora interesse a tutelare l’Istituzione che rappresentano. È lecito chiederlo anche ai colleghi di altre sigle sindacali, dato che dovrebbero rappresentare i lavoratori e non intessere rapporti con talpe e gole profonde.

Per noi l’attività sindacale è confronto di idee e proposte, non gara a chi riceve prima anticipazioni sottobanco dall’Amministrazione.

Il concorso che si è concluso ha avuto tratti pericolosamente imbarazzanti. La procedura è stata caratterizzata a più riprese da fughe di notizie e dalla condivisione anticipata di informazioni, a volte addirittura riservate (alimentate da speculazioni di varia natura): sono elementi che hanno messo a rischio perfino la validità e legittimità della procedura. Tutto ciò ha nuociuto non soltanto alla credibilità sindacale, con novelli Nostradamus impegnati sul fronte del reclutamento para-commerciale, ma anche all’immagine dell’INPS, che abbiamo provato a difendere nel disinteresse generale anche della controparte. 

Un esempio concreto: ci chiediamo se sia normale che le stesse votazioni dei candidati, a margine delle prove orali, siano state quotidianamente condivise per mesi nelle chat, sotto loghi e simboli di rappresentanze sindacali, mentre più di una volta ai colleghi direttamente interessati è stato inibito di scattare fotografie.

Tutto questo è ammissibile per l’INPS? E come si sposa con l’esigenza di tutela della privacy per cui, a concorso definito, occorre invece rappresentare i candidati con l’identificativo numerico e non coi singoli nominativi? 

C’è una questione seria sullo sfondo che non può più essere ignorata. Ne va della coerenza, della correttezza, della serietà e della credibilità delle stesse relazioni sindacali. È una questione che, per noi, non è più possibile eludere.

E l’INPS? Cosa ne pensa?

Il coordinamento nazionale FP CGIL – INPS

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