Giustizia: Fp Cgil, da governo nessun impegno per stabilizzazione Ufficio Processo

15 Settembre 2023

Un’occasione da non perdere per ridurre i tempi della giustizia

“Lascia basiti la risposta del governo sul futuro dell’Ufficio per il Processo e la prospettiva di stabilizzazione dei Funzionari assunti grazie al Pnrr per la riduzione dei tempi del processo e lo smaltimento degli arretrati accumulati da anni di ritardi e disinvestimenti nella giustizia del nostro Paese”. Così in una nota Florindo Oliverio, segretario nazionale della Funzione Pubblica CGIL.

“Rispondendo ad una interrogazione parlamentare in rappresentanza del governo – spiega Oliverio – l’On. Frassinetti ha ripetuto cose già più che note alle lavoratrici e ai lavoratori assunti a febbraio 2021. Ricevono corali attestati di apprezzamento sulla propria attività ma, nonostante i loro contratti a tempo determinato si avvicinino alla scadenza, nulla ancora si dice sulla possibilità di stabilizzarli mettendo a frutto l’esperienza maturata e, dunque, sulla volontà di confermare l’UPP a regime, come struttura portante del sistema giudiziario italiano. Emerge, inoltre, l’impreparazione e l’inadeguatezza di una amministrazione che ha ritardato l’entrata in funzione dell’Ufficio per il Processo (fino all’intervento della Commissione Europea) nonostante la sua attivazione fosse stata stabilita fin dal 2014”.

“La Funzione Pubblica CGIL – si legge nella nota – continuerà per questo a interloquire con i vertici dell’amministrazione della giustizia nella costruzione condivisa di percorsi di stabilizzazione di tutti i funzionari oggi addetti all’UPP, nessuno escluso, con i tempi e i modi che saranno possibili, col duplice obiettivo di non disperdere le risorse messe a disposizione dall’Europa e di non perdere questa formidabile occasione per ammodernare e migliorare l’organizzazione della giustizia. Ci mobiliteremo per ottenere impegni e risorse precise nella Legge di bilancio”.

“Infine, è ancor più allarmante la risposta data sul tema del riconoscimento della dirigenza penitenziaria. Dal 2005 la legge stabilisce la definizione di una distinta area contrattuale per queste lavoratrici e lavoratori che dirigono istituti penitenziari, per adulti e minori, e gli uffici per l’esecuzione penale esterna. Ma la sottosegretaria fa sapere che il governo dovrà trovare le risorse per l’avvio della contrattazione facendo riferimento al trattamento economico dei dirigenti della Polizia di Stato. Ma quest’ultima, oltre ad avere altri compiti, è amministrata dal Ministero dell’interno. La dirigenza penitenziaria dipende dal Ministero della Giustizia, fino a prova contraria. Siamo quindi alle solite: se va bene, i dirigenti penitenziari dovranno accontentarsi di quello che deciderà il governo con chi si occupa di altro”, conclude Oliverio.

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