Sanità: Fp Cgil, +113% denunce infortuni lavoratori settore sanitario e assistenza sociale

20 Settembre 2023

Aumentano stress, stanchezza, aggressioni. Investire su prevenzione, organizzazione e personale

Roma, 20 set – “Secondo i dati Inps in Italia ci sono 1 milione e 700 mila aziende, a fronte di circa 3.000 unità di personale addetto alla sicurezza dei posti di lavoro tra Ispettorato nazionale del lavoro e ASL. Ció significa che ogni addetto alla sicurezza dovrebbe prendere in carico, ottimisticamente, circa 566 aziende. Ipotizzando che ogni operatore riesca, in un anno, ad effettuare i controlli in 35 aziende, questo significa che ci vorrebbero 14 anni per visitarle tutte. Un’azienda, dunque, verrebbe controllata una volta ogni 14 anni”.
E’ quanto si legge in una nota di Funzione pubblica Cgil che oggi ha promosso a Roma, presso il Parlamentino di Inail, un convegno dal titolo “Lavorare in salute e sicurezza, si puó”.
“Il settore con la crescita più allarmante è quello della sanità e dell’assistenza sociale. Nel 2022, infatti – scrive ancora Fp Cgil – sono cresciute le denunce di infortuni nel settore sanitario e dell’assistenza sociale (+113,1%) rispetto al 2021. Alla base, nella maggior parte dei casi, un deficit organizzativo che riguarda anche il ‘burnout’, l’accumulo di stress e stanchezza, e le aggressioni”.
“Nella maggior parte dei casi, infortuni, malattie professionali e anche aggressioni sono conseguenza di un problema organizzativo, oltre che dell’assenza di una complessiva cultura della prevenzione e della sicurezza sul lavoro. Manca un adeguamento della normativa – osserva ancora Fp Cgil – che tenga conto della rapida evoluzione tecnologica che ha cambiato il modo di lavorare. Manca la percezione dell’utilità del ruolo degli RLS ed RLST (rappresentanti della sicurezza) che spesso sono visti come adempimenti burocratici invece che come figure essenziali nella filiera della prevenzione. Ma soprattutto manca personale. Pensiamo che ancora molto si possa fare e che molto riguardi la capacità delle aziende di creare una rete di confronto e scambio, anche con le organizzazioni sindacali”, conclude Funzione pubblica Cgil.

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