Roma, 27 set – “L’arresto in flagranza è una misura spot che non affronta il vero problema che è quello di evitare che il personale sanitario sia aggredito. Per contrastare il fenomeno inaccettabile delle aggressioni al personale sanitario da tempo sollecitiamo interventi a monte, attuando misure che prevengano le aggressioni. Assunzioni, monitoraggio, analisi dei casi, prevenzione e formazione per il personale e soprattutto per i dirigenti, misure di intervento sull’organizzazione del lavoro sono le azioni che devono essere parte integrante di una strategia efficace a tutela di lavoratrici e lavoratori”. Lo scrive in una nota la segretaria nazionale Fp Cgil Barbara Francavilla commentando l’approvazione del decreto legge contro le aggressioni al personale sanitario. “Come organizzazioni sindacali – osserva – siamo state informate solo tardivamente, a decisioni già prese dei contenuti di questo provvedimento. I dati dell’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti, delle professioni sanitarie e sociosanitarie (Onseps) già sei mesi fa hanno certificato la gravità del fenomeno che noi da sempre denunciamo: nel solo 2023 sono state 16.000 le aggressioni fisiche e verbali che hanno coinvolto 18.000 lavoratori e lavoratrici, in prevalenza donne”. “Come Fp Cgil ribadiamo la necessità di un’organizzazione del lavoro che si orienti sul paziente piuttosto che sulla prestazione, la predisposizione di un registro dei mancati infortuni, la previsione di disciplinari di accreditamento per strutture pubbliche e private che prevedano un monitoraggio degli episodi di violenza e degli eventi sentinella e verifica delle azioni messe in campo dalle aziende, il riconoscimento dell’infortunio in caso di assenza dal lavoro conseguente ad aggressione, favorire il supporto psicologico in caso si verifichino situazioni di forte stress per personale e pazienti, potenziare l’assistenza territoriale, un indennizzo specifico ed automatico al personale che subisce un’aggressione, congedo retribuito obbligatorio per il recupero psicofisico per il personale che subisce un’aggressione”.“L’approccio securitario del Governo affronta il tema dell’inasprimento della sanzione a fatto già avvenuto. Riteniamo come organizzazione sindacale che i datori di lavoro pubblici, privati e le istituzioni invece abbiano innanzitutto il compito di occuparsi di evitare che chi ogni giorno si occupa di cura e assistenza delle persone vada al lavoro con la paura di essere aggredito, per questo proseguiremo le iniziative di mobilitazione per dare risposte concrete a chi lavora per la salute e l’assistenza dei cittadini”, conclude Francavilla.