Un interessante articolo di Repubblica, diffuso nella giornata di ieri e intitolato “Evasione, lo Stato incassa ma fa pochi accertamenti“, ha ripreso le osservazioni della Corte dei Conti che riconduce le maggiori entrate a controlli automatizzati, non già a una sostanziale attività delle realtà preposte.
Una situazione evidente, che ha degli strascichi anche in casa nostra.
Dopo i roboanti annunci del Governo, infatti, lo scorso 17 settembre – rappresentando una sorta di cronoprogramma dei concorsi in agenda – l’Amministrazione mise in chiaro il primo obiettivo: pubblicare, entro il 2024, il bando per l’assunzione di 403 ispettivi, in regime congiunto con INAIL e attraverso un concorso su base regionale via RIPAM.
Siamo arrivati ad aprile 2025 e non soltanto la cifra è stata rivista a ribasso, l’ultima stima si aggirava sulle 386 unità, ma il concorso sembra ancora di là da venire.
Nel frattempo, però, il numero degli ispettori in servizio scema mese dopo mese, compromettendo la capacità di risposta dell’Istituto. Né si hanno notizie del bando per cambiare famiglia professionale, altro strumento annunciato lo scorso 3 marzo e rimasto finora inevaso. Lo stesso avrebbe dovuto consentire celermente il passaggio di 69 amministrativi nella famiglia degli ispettori.
Quando passeremo dalle parole ai fatti?
Coordinatore nazionale FP CGIL INPS
Giuseppe Lombardo