Abbiamo letto il Decreto Ministeriale relativo alle somme per l’efficientamento dell’INL per l’anno 2025 e l’impressione che ne abbiamo ricavato è di un’occasione in parte persa e questo ci spiace.
La nostra proposta al tavolo era di prevedere progetti che remunerassero tutto il personale dell’Ente, senza distinzione, partendo da due considerazioni: la prima è che dando ognuno il proprio contributo all’efficientamento, tutti hanno diritto a ricevere l’indennità, la seconda è che questa ulteriore “mensilità” avrebbe potuto rappresentare un incentivo ad attrarre/trattenere coloro che intendono prendere servizio in INL o coloro che si stanno guardando attorno per andare verso altri Enti. Invece, le cose sembrano essere andate diversamente, vista anche la totale assenza di informazioni sul tema.
Andiamo con ordine rispetto ad alcune criticità: il primo progetto previsto, riguarda le “sinergie operative tra Uffici” e riprende una nostra proposta, presentata diversi anni fa e poi da noi ribadita più volte in questi anni: creare forme di sussidiarietà fra gli uffici, introducendo una logica solidaristica tra di loro, in particolare nei confronti di quelli con maggiore carenza di personale. Scrivemmo allora (gennaio 2021), a proposito del burosauro INL: “perché non prevedere che certe pratiche possano essere lavorate telematicamente da una sede diversa da quella a cui sono state indirizzate? Spieghiamo: se la sede X è in forte carenza di personale in un Processo, si dovrebbe prevedere un piano nazionale che stabilisca che alcune sue attività transitino per via telematica alla sede Y che, avendo maggiore disponibilità di personale nel Processo competente, potrà lavorarle”.
Ci fa piacere che questa nostra proposta, a distanza di qualche anno, abbia trovato parziale accoglimento, ma non siamo affatto d’accordo con la scelta di destinare le quote esclusivamente al personale degli Uffici coinvolto nel progetto e non a tutti i dipendenti degli Uffici interessati. Se, infatti, per effetto di questa sussidiarietà tutto l’ufficio raggiunge gli obiettivi assegnati, è giusto e naturale che sia tutto il personale dell’ufficio sussidiato a giovarsene e anche tutto il personale dell’ufficio sussidiante. Del resto, è esattamente quello che accade per il raggiungimento degli altri tre progetti: se, grazie all’impegno di alcuni, tutto l’ufficio raggiunge un obiettivo, è tutto il personale dell’ufficio a ricevere le relative somme e non solo alcuni. L’aver previsto, invece, che solo una parte di personale potrà avere l’incentivo (al di là dell’entità degli importi), incrina la logica solidaristica che era alla base della nostra proposta e scatenerà di certo conflitti e tensioni tra lavoratori, di cui l’Amministrazione si assumerà tutta la responsabilità.
Il secondo progetto riguarda l’efficientamento dell’attività di vigilanza attraverso il solito incremento dei numeri di accessi ispettivi, previsti nel documento di programmazione dell’attività di vigilanza 2025 (documento che, ad oggi, non ci risulta ancora essere stato pubblicato). Anche qui riscontriamo una serie di problemi: chi l’ha detto che l’efficientamento dell’attività di vigilanza debba sempre e comunque coincidere con l’incremento dei numeri delle ispezioni? La relazione sull’attività di vigilanza 2024 ha evidenziato che nell’anno passato sono stati realizzati 158.069 accessi ispettivi. Un incremento del 5% rispetto a questi numeri, ad esempio, potrebbe significare circa altre ottomila ispezioni in più e riteniamo che se così fosse, sarebbe una follia. Si continua a inseguire la logica dei numeri mentre proprio la relazione sull’attività di vigilanza 2024 evidenzia che – come avevamo ampiamente anticipato nei mesi passati – il personale ispettivo, schiacciato dalla rincorsa ai numeri, non ha più il tempo di concentrarsi su alcuni fenomeni che richiedono più tempo per la verifica (ad es. si sono drasticamente ridotte le notizie di reato per 603 bis c.p., le violazioni in materia di orario di lavoro e di autotrasporto, ma anche quelle relative alle lavoratrici madri e alle pari opportunità).
Invece di incentivare le ispezioni “mordi e fuggi”, perché l’efficientamento della vigilanza non si è concretizzato, ad esempio, nell’indirizzare l’attività ispettiva verso specifici macrofenomeni di illegalità? L’esperienza dovrebbe insegnare che basterebbero alcune ispezioni “a tappeto” su alcuni fenomeni, per riuscire a realizzare risultati simili se non superiori – anche in termini di visibilità e riconoscimento del ruolo – a quelli portati da tante “ispezioncine”.
Una situazione simile la riscontriamo sul versante delle ispezioni in materia di salute e sicurezza, nella parte in cui si dispone che debba esserci un tasso di irregolarità più alto di quello previsto nello sconosciuto documento di programmazione dell’attività di vigilanza 2025, per effetto di una serie di azioni non meglio precisate, come tavoli di confronto o condivisione di informazioni. In questo caso ci sembra si sia ragionato al contrario, anteponendo l’effetto alla causa: il miglioramento del tasso di irregolarità – l’effetto – avviene per una serie di azioni che lo determinano. Dovrebbero essere quelle l’oggetto del progetto di miglioramento, quindi. Ad esempio, a questo proposito chiediamo: che fine ha fatto l’implementazione del SINP, che potrebbe davvero aiutare a migliorare la qualità delle ispezioni in materia di salute e sicurezza?
Infine, altri due aspetti che non ci convincono per nulla: ad eccezione del primo progetto, negli altri l’erogazione dell’incentivo avverrà in base alle presenze effettive di ogni lavoratore. Questo significa introdurre nuovamente la logica per cui chi è assente per motivi previsti dalle norme di legge non percepirà salario accessorio? Ricordiamo che su questo argomento l’INL è stato già condannato dai giudici. Se si vuole ricevere altre condanne, noi siamo pronti. E ancora: sommando le percentuali ovvero le somme massime di ciascun progetto non si arriva né ai venti milioni previsti per legge né al 100%: si ipotizzano risparmi di spesa, quindi? Per farci cosa? Confluiranno nel già corposo bilancio dell’Ente?
Coordinatore nazionale FP CGIL – INL |
Matteo Ariano |