La Direttiva del Ministro per la Pubblica Amministrazione del 14 gennaio 2025 ha posto lo sviluppo del capitale umano e la formazione al centro della strategia di rinnovamento promossa dal PNRR, definendo obiettivi precisi, ruoli e responsabilità.
Eppure, non possiamo che riscontrare una distanza considerevole fra gli intenti della Direttiva e la loro concreta attuazione nel nostro Ministero. In questi mesi sono state varie le segnalazioni pervenute di criticità che pregiudicano l’efficacia della formazione e la valorizzazione, scaricandone la responsabilità sul personale.
La Direttiva non è un suggerimento, ma l’atto che costituisce l’esplicitazione di finalità, obiettivi e strumenti che devono ispirare e guidare l’azione delle amministrazioni in materia di formazione, a partire dalla sua attuazione nei propri PIAO. In pieno spirito collaborativo, desideriamo pertanto porre all’attenzione dell’Amministrazione le seguenti criticità:
Barriere Interne
I dirigenti devono assicurare la partecipazione e rendere pienamente compatibile la formazione con l’attività lavorativa. I responsabili del personale devono abilitare e promuovere/monitorare la fruizione. L’obiettivo è raggiungere 40 ore/anno per tutti. La realtà è che i dipendenti non vengono informati, non sono abilitati alle piattaforme, o si vedono negata la possibilità di frequentare corsi a causa di ostacoli organizzativi interni o permessi non concessi.
La palese inerzia o l’assunzione solo formale di queste responsabilità da parte di numerosi dirigenti e uffici del personale relega la formazione ad un adempimento burocratico secondario, piuttosto che un obiettivo strategico fondamentale. Occorre attivarsi concretamente e vigilare affinché questo non accada.
Barriere Esterne
Da varie RTS e CGT locali ci giungono segnalazioni dell’assoluta mancanza di qualsivoglia offerta formativa ad eccezione del Syllabus. Persino nella formazione SNA diversi colleghi hanno ravvisato come manchino percorsi di formazione specifici per il Ministero (es: formazione su procedure di importanza trasversale quali il recupero di residui passivi), formazione SNA che sembra aver raggiunto un vero e proprio monopolio di formazione in taluni Dipartimenti, pur non erogando percorsi formativi rivolti al personale di Area II Assistenti.
Dal momento che la Direttiva e il Contratto ci obbligano ad espletare le ore di formazione ciascun anno, l’Amministrazione deve metterci nella condizione di selezionare percorsi formativi concreti e professionalizzanti. La situazione attuale non è soddisfacente e non è più tollerabile.
La Formazione Ridotta a una Corsa alle Ore
Molti dipendenti accedono ormai ai corsi con il solo scopo di “fare le ore”, incentivati o spinti da un sistema che non valuta l’apprendimento effettivo o l’impatto sulla performance, tradendo la finalità stessa della Direttiva. Questo risultato non è soddisfacente per nessuna delle parti.
La Direttiva specifica che la formazione non può risolversi nell’accumulo di ore. Deve produrre valore, portare a un “agire efficace“ e accrescere la “coscienza del ruolo“. Le amministrazioni devono valutare l’impatto della formazione sulla crescita e performance, il monitoraggio deve accertare chi ha completato con successo e conseguito risultati positivi in termini di competenza.
Le inefficienze Syllabus.
L’Amministrazione percepisce Syllabus come unica opzione sufficiente, ignorando l’obbligo di integrare l’offerta per coprire i fabbisogni specialistici o avanzati. Questo porta al mancato accesso a formazione esterna e a risorse come i fondi PNRR, che restano inutilizzati. Inoltre, il modo in cui sono stati progettati i test iniziali e finali ha inficiato l’efficacia del corso stesso e costretto i lavoratori a spendere ben più delle ore previste, sottraendoli al contempo al regolare svolgimento della prestazione lavorativa senza tuttavia accrescere in concreto le competenze.
Syllabus poteva essere un punto di partenza nel 2024, ma la Direttiva è chiara: resta responsabilità della singola amministrazione programmare percorsi di approfondimento e specialistici. Se Syllabus non copre i fabbisogni specifici in aree strategiche (PNRR), le amministrazioni devono ricorrere ad altre risorse, inclusi i finanziamenti PNRR (come PerForma PA), l’università o il mercato.
La Direttiva è esplicita: la formazione è una principale responsabilità del datore di lavoro pubblico e della dirigenza. La sua promozione è uno specifico obiettivo di performance per ciascun dirigente, che deve assicurare la partecipazione attiva e curare la crescita professionale dei collaboratori.
È urgente un cambio di passo radicale per passare dagli annunci agli obblighi mantenuti, garantendo che la formazione diventi finalmente la leva strategica per la crescita del capitale umano e il miglioramento dei servizi pubblici che la Direttiva impone.
Il Coordinatore Nazionale
Andrea Mosca