I sindacati: “Proposta insoddisfacente, serve un rinnovo dignitoso del contratto per oltre 10mila lavoratori”
Le organizzazioni sindacali di categoria Fp Cgil, Cisl Fp, Fisascat Cisl, Uil Fpl e Uiltucs hanno proclamato lo stato di agitazione nazionale di tutto il personale impiegato nelle strutture aderenti ad ANASTE, l’Associazione Nazionale Strutture Territoriali e per la Terza Età, o che comunque applicano il Ccnl.
La decisione è stata assunta a seguito dell’ultimo incontro tra le parti, svoltosi il 10 giugno, nel quale ANASTE ha avanzato una proposta di rinnovo contrattuale giudicata insoddisfacente dalle organizzazioni sindacali. L’offerta prevede un incremento retributivo di 55 euro sul tabellare per il livello 4 full time, da riparametrare sugli altri livelli, un contributo di 5 euro per l’assistenza sanitaria integrativa, una una tantum da 200 euro sotto forma di welfare aziendale e il pagamento al 75% del terzo e quarto evento di malattia.
Per le organizzazioni sindacali si tratta di una proposta del tutto inadeguata e insufficiente, che non riconosce la professionalità e l’impegno quotidiano dei circa 10.800 lavoratori coinvolti. Una proposta tanto più inaccettabile se confrontata con i rinnovi contrattuali già sottoscritti nel settore sociosanitario, come quelli di Uneba, Cooperative Sociali, Valdesi, Anffas e Agidae, che hanno previsto aumenti economici tra il 10,4% e il 12,6% sul tabellare, oltre a significativi miglioramenti normativi.
Fp Cgil, Cisl Fp, Fisascat Cisl, Uil Fpl e Uiltucs ricordano inoltre che da tempo è stato rivendicato il miglioramento del trattamento di malattia, con la corresponsione del 100% della retribuzione, senza che vi sia stata alcuna apertura da parte della controparte.
Il rifiuto di ANASTE di sottoscrivere un rinnovo contrattuale in linea con i principali Ccnl del comparto sociosanitario determina una forte preoccupazione per lo stato del confronto negoziale.
Le organizzazioni sindacali denunciano il rischio di un ulteriore esodo del personale, già oggi sottoposto a carichi di lavoro gravosi, con conseguenze pesanti sulla qualità dell’assistenza erogata agli utenti, perlopiù soggetti fragili e non autosufficienti.
Conseguentemente alla proclamazione dello stato di agitazione, è stata formalizzata la richiesta di avvio delle procedure di raffreddamento e conciliazione previste dalla Legge 146/90 e successive modificazioni.