Lo avevamo anticipato il 14 maggio scorso con un volantino: il decreto-legge PA, la cui paternità è stata rivendicata dal Ministro Zangrillo, non avrebbe dato all’Istituto neanche il becco di un quattrino.
La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale ha confermato i peggiori auspici.
Dei 190 milioni di euro, destinati a tamponare gli effetti deleteri di un rinnovo contrattuale a perdere, neanche un milione è stato stanziato appannaggio di questo Ente. È l’ennesimo schiaffo, malgrado l’aumento evidente dei carichi lavorativi (dal SIISL alla nuova invalidità civile).
Verrebbe da chiedere che male hanno fatto le lavoratrici e i lavoratori dell’Istituto ai vertici del Governo e, indirettamente, a quelle organizzazioni sindacali che hanno avallato – con la loro firma sul CCNL – una sensibile contrazione del nostro potere d’acquisto.
Sì, perché anziché discutere l’atteggiamento punitivo rivolto a INPS, le mazzate rovesciate su colleghe e colleghi, alcuni eroi nostrani preferiscono dissertare sul “sindacalismo in cachemire”: quello che parla di salario, di remunerazione dell’attività lavorativa, di sicurezza. Può dispiacere a molti, ma la lotta resta viva: il sindacato per davvero esiste, RESISTE, non conosce battute d’arresto, né farà passi indietro finché non sarà riconosciuto un giusto trattamento ai lavoratori pubblici, anche a quelli bistrattati che ogni mattina attivano gli sportelli garantendo una consulenza di livello a ogni utente.
Ci hanno portato un piatto di lenticchie, poi si sono presi pure le lenticchie. Cosa sia rimasto sul piatto è fin troppo evidente.