INPS: BUONGIORNISSIMO!

11 Luglio 2025

 

Dopo aver firmato il peggior accordo nella storia della contrattazione pubblica, le organizzazioni sindacali che hanno sottoscritto il CCNL 2022-2024 da qualche giorno hanno scoperto un rinnovato attivismo in Istituto.

No, non facciamo riferimento al set di offerte promozionali e affini, a questo redivivo sindacalismo alla Mastrota, fatto di occasioni “eccezionali e imperdibili” degne del migliore catalogo Postalmarket.

Ad accendere la tensione sindacale è un tema serio: il tetto al Fondo Risorse Decentrate, annoso problema tornato però d’attualità soltanto dopo la firma del contratto collettivo, a babbo morto.

E dire che nel settembre del 2023, pubblicando la piattaforma unitaria per le Funzioni Centrali, Cgil, Cisl e Uil avevano già annoverato il tema tra gli elementi cardine attorno a cui impostare il confronto negoziale.

Poi qualcosa non è andato per il verso giusto. Un’organizzazione ha deciso di intraprendere un percorso diverso e di fronte alla suadente promessa di perdere il 10% del salario reale rispetto all’inflazione, ha prevalso la tentazione “realista” di prendere la penna e firmare. Un afflato di “responsabilità” che ha portato in dote “il miglior contratto possibile”, quello che ha compromesso un principio cardine: la stagione dei rinnovi serve a recuperare il potere d’acquisto perso.

Stupisce allora, ma si fa per dire, che il tema sia tornato prepotentemente in auge giusto in queste settimane.

Sì, perché quando a febbraio evidenziammo come l’importo medio individuale del fondo avesse registrato, nel triennio di riferimento del CCNL, un saldo negativo di 2549,23 euro, le sedicenti organizzazioni ci tacciarono di essere “corvi”, “gufi” e giù altre contumelie in ordine sparso.

Dissero che la nostra era un’opposizione “politica” (proprio mentre si spellavano le mani negli applausi alla presidente del Consiglio) e che il CCNL dava una boccata d’ossigeno ai lavoratori. Dissero anche che avremmo firmato alla chetichella poco dopo le RSU, sbugiardando la nostra linea.

Bene, siamo arrivati a luglio e possiamo già tirare un primo bilancio rispetto alle suggestioni da Divino Otelma:

  • l’unica firma che si è vista è quella che ha portato qualcuno a sedersi comodamente tra i banchi del Governo, senza neanche passare dal via;
  • lo sblocco del Fondo non è stato risolto dal Gruppo Misto né da altri (e chi lo avrebbe mai detto?);
  • i lavoratori di questo Ente sono stati penalizzati due volte, dal contratto e da un decreto – il d.l. PA – che non ha stanziato per loro neanche il becco di un quattrino.

Perché, allora, quest’insolita verve? Non è sospetta dopo tanto mutismo?

FORSE QUALCUNO STA CERCANDO DI ELUDERE L’UNICA DOMANDA CHE MONTA DAI POSTI DI LAVORO: IL TAVOLO DEI

FIRMA-LESTA RIESCE A GARANTIRE 6.000 DIFFERENZIALI O NO?

 

Coordinatore nazionale FP CGIL INPS

Giuseppe Lombardo

 

 

 

 

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