Tra le tante balle girate in campagna elettorale, l’Armata Brancaleone dei firmatari ha avuto il coraggio di magnificare il contratto sottoscritto anche per la cosiddetta clausola “salva rendita”.
Il riferimento è all’art. 17 c. 8 del CCNL, che ha introdotto il diritto al conferimento di una posizione organizzativa per il Funzionario che abbia ricoperto un incarico di responsabilità per più di 8 anni, anche non consecutivi.
Una norma che, se presa in senso letterale e calata nella realtà, ha rischiato e rischia di bloccare i percorsi di carriera.
In questo senso la campagna di alcuni firmatari è stata sottile, furbesca: pochi volantini sul punto, accenni generici nei comunicati; meglio il passaparola, ma solo tra chi poteva già rivendicare incarichi di responsabilità. Un ammiccamento a buon rendere.
Nelle ultime settimane ARAN è però intervenuta con una serie di orientamenti che ancora una volta hanno ridimensionato le false promesse di alcuni firmatari. In particolare è stato chiarito che:
si considerano utili solo gli incarichi conferiti dal 28 gennaio 2025, data dalla quale inizierà a decorrere il tempo di maturazione del diritto al conferimento dell’incarico (e cioè il conteggio degli otto anni in questione);
le modalità procedurali connesse al conferimento sono rimesse all’autonomia del datore di lavoro;
qualora il numero di incarichi di posizione organizzativa disponibili sia inferiore alla platea degli aventi diritto, qualcuno di essi rimarrà privo di incarico. Ove, in seguito, il numero degli incarichi di posizione organizzativa tornasse a essere corrispondente o maggiore del numero degli aventi diritto indicati nel comma 8, coloro che vorranno concorrere avranno priorità.
In altre parole, che cosa ci dice ARAN? Intanto che non ci sono maggiori tutele per chi aveva una PO, quindi tutta la retorica per valorizzare l’esperienza professionale e strappare qualche voto ai responsabili era aria fritta.
Poi ci conferma che la pasticciata dizione firmata tra le parti ha comunque stabilito un principio deleterio: e cioè la costruzione di corsie preferenziali per chi acquisisce un incarico, ferma restando l’autonomia del datore nella disciplina del riconoscimento e la disponibilità di posti.
Un mezzo guazzabuglio che nella migliore delle ipotesi resterà lettera morta, nella peggiore rischia di incrinare seriamente le possibilità di crescita delle colleghe e dei colleghi che intendono mettersi alla prova.
Coordinatore nazionale FP CGIL INPS
Giuseppe Lombardo