Le ragioni sono ormai note: non si recupera che poco meno della metà della perdita di potere di acquisto degli stipendi, si riconoscono all’Agenzia importanti margini di discrezionalità nella definizione dei percorsi di crescita e di fruizione di alcuni istituti contrattuali e, non meno importante, si rinvia ulteriormente la soluzione di problematiche rappresentate al tavolo negoziale da coloro che rappresentano le lavoratrici e i lavoratori.
Avallare questa impostazione contrattuale, eccessivamente sbilanciata verso la parte datoriale, per la FPCGIL non è possibile.
Da subito inizia una nuova fase rivendicativa per la FP CGIL: intensificheremo la nostra iniziativa sindacale in Agenzia – e presso il Ministero vigilante- rivendicando per le lavoratrici e i lavoratori un vero contratto collettivo nazionale di lavoro, la difesa del potere d’acquisto delle retribuzioni, la necessaria attenzione ai carichi di lavoro e ai loro effetti sulle Persone, la contendibilità nella crescita e valorizzazione professionale, i diritti di tutte e tutti.
FP CGIL Nazionale
Daniele Gamberini