Agenzia del demanio – PdR2025: Ci saranno sorprese?, – Anche nel 2025 avremo lavorato di più per guadagnare meno? ,…ed una chiosa in merito ai profili professionali

06 Agosto 2025

Nel corso delle trattative per il rinnovo del CCNL 2022/2024, come Fp CGIL, abbiamo presentato alcune proposte in merito al Premio di Risultato.

Abbiamo rivendicato, ad esempio, che già a partire dalla sottoscrizione del PDR2025 e attese le maggiori risorse previste dalla Convenzione di Servizi per il triennio 2025/2027, parte di queste maggiori risorse nella loro natura “variabile”, potessero incrementare il salario di produttività al raggiungimento degli obiettivi così come formulati nella Convenzione.

Questa proposta è stata rigettata dal Tavolo per essere –sotto altra forma non immediatamente esigibile ed opaca nella sua sostanza– inserita in una dichiarazione congiunta finalizzata a determinare forme e modalità di compensazione tra il PdR e altre voci di salario accessorio in godimento e, solo nel caso di disponibilità di risorse aggiuntive destinate alla contrattazione e subordinatamente alla necessità di finanziamento di altri istituti, di natura retributiva e contrattuale, a valutare di incrementare le risorse da destinare al Premio di risultato.

A prima vista, non sembra un buon risultato: lascia intendere che eventuali quote aggiuntive al Premio di Risultato saranno finanziate da risorse economiche già spettanti per Legge o per Contratto alle Lavoratrici e ai Lavoratori.

Già il solo fatto di aver proposto –figuriamoci averlo inserito in un contesto contrattuale– questo principio, lascia trasparire una strategia del “dividi et impera” utile a scardinare ogni tentativo di costruzione di unitarietà delle rivendicazioni da parte delle Lavoratrici e dei Lavoratori e, soprattutto, a consentire alla Controparte di limitare il ricorso a risorse aggiuntive a valere sul salario di produttività.

Perché come FP CGIL abbiamo provato con determinazione a discutere del Premio di Risultato durante il rinnovo contrattuale senza aspettare l’inizio di agosto?

Semplice: abbiamo misurato la dinamica degli ultimi anni e non volevamo trovarci a ridosso della scadenza non scritta ma effettiva per accedere alla detassazione del PdR con una quantificazione economica e uno schema di accordo sostanzialmente blindati.

Abbiamo provato ad aprirci spazi negoziali con margini temporali, a differenza del passato.

Guardando come si è sviluppata la discussione evidentemente siamo stati gli unici a porci il problema.

Una chiosa, in merito ai profili professionali.

Per quanto riguarda i profili professionali, come FP CGIL, riteniamo non rinviabile la discussione ed è per questa ragione che, nel corso del rinnovo, abbiamo sottolineato la necessità di previsione di risorse economiche aggiuntive da investire nel sistema di classificazione del personale al fine di risolvere eventuali incongruenze tra inquadramento e attività svolta. L’Agenzia, nel merito, ha precisato che le condizioni di ristrettezza delle risorse economiche non consentono allo stato attuale la previsione di finanziamento del nuovo sistema di classificazione del personale.

Da parte nostra, il rischio di rivedere gli inquadramenti senza risorse aggiuntive è quello di limitarsi a fotografare l’esistente o, peggio, legittimare i sotto-inquadramenti.

Ci stiamo misurando, quindi, con le tante promesse di discussione futura agite mediante rinvii e dichiarazioni congiunte –spesso non orientate o circoscrittetanto da far ipotizzare che le risorse dichiarate come “non disponibili” per il CCNL 2022/2024 possano comparire magicamente per il CCNL 2025/2027.

Noi, alle magie, siamo portati a non credere.

La FP CGIL non potrà partecipare a questa riunione e non potrà farlo per una questione tecnica: non avendo sottoscritto il rinnovo 2022/2024, per l’Agenzia –applicando regole che non condividiamo e che nel corso della Trattativa per il rinnovo abbiamo chiesto di modificare almeno in parte– non rappresentiamo più un soggetto sindacale accreditato nelle trattative.

Rispetto a questo punto, valuteremo la correttezza dell’agire dell’Agenzia già nel corso di queste settimane.

Durante la trattativa per il rinnovo del CCNL 2022/2024 abbiamo rivendicato rispetto per tutte le colleghe e i colleghi che, da tempo, chiedono di vedersi riconoscere l’impegno prestato, di non impoverirsi nonostante il Lavoro: abbiamo preteso più risorse economiche e abbiamo chiesto di correggere alcuni aspetti normativi che non condividiamo nel nuovo CCNL consapevoli che la nostra responsabilità fosse maggiormente gravosa perché “qualcuno” ha rinunciato alla richiesta di migliori condizioni per tutti ancora prima che la trattativa iniziasse.

Noi, invece, scegliamo di non alimentare un clima di rassegnazione.

Alle colleghe e ai colleghi dell’Agenzia del Demanio confermiamo il nostro impegno a rappresentarli anche fuori dai Tavoli negoziali, con un unico obiettivo: migliorare le condizioni di lavoro delle Lavoratrici e dei Lavoratori dell’Agenzia del demanio.

Siamo orgogliosamente la prima Organizzazione sindacale in Agenzia e saremo in grado, nonostante il tentativo di depotenziarci, di far sentire la nostra voce.

FP CGIL Nazionale

Daniele Gamberini

gamberini@fpcgil.it

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