Ministero Interno – Contratto integrativo e lavoro da remoto

07 Agosto 2025

In queste ore leggiamo i comunicati soddisfatti con cui alcuni sindacati presentano i risultati della recente trattativa su lavoro da remoto e contratto integrativo di Ente.

Peccato che tali risultati non derivino dal recente CCNL (che non ha portato nessun beneficio economico, è bene ricordarlo), ma da istituti introdotti nel CCNL2019-2021 e firmato anche dalla FP CGIL. Parliamo del lavoro agile, del coworking, delle progressioni verticali in deroga, della banca delle ore, del diritto allo studio e delle “elevate professionalità”. Tutti istituti già allora attivi e fruibili dai lavoratori.

Aspettiamo di leggere il testo definitivo, ma le dichiarazioni rilasciate finora appaiono deboli, vaghe o irrealizzabili, lasciando tutto alla discrezionalità dei dirigenti, cui spetterà ancora una volta la decisione finale.

Queste la nostra posizione:

Regolamento sul lavoro agile: poche novità, molta discrezionalità

  • Il nuovo regolamento sul lavoro agile non presenta grandi novità rispetto al precedente. L’intera materia resta nelle mani dei dirigenti, con forti disparità tra sedi e servizi

  • Restano confermati gli 8 giorni mensili con 2 giorni aggiuntivi per pendolari e neoassunti, ma sempre a discrezione. Nessuna garanzia di equità né esigibilità del diritto del diritto al lavoro agile, con molti lavoratori ancora esclusi

  • Si cerca di contenere i rifiuti arbitrari, ma, come già previsto dal vecchio regolamento, la clausola di salvaguardia (motivazione scritta del diniego) è inefficace, come anche il monitoraggio tramite RSU, privo di vero potere contrattuale

  • Viene istituito un monitoraggio a livello di sede tramite le RSU, con funzione di analisi delle criticità. Tuttavia, senza vera contrattazione locale, questo organismo rischia di essere privo di reale autonomia, come anche la sede nazionale di confronto generale, che non ha carattere vincolante.

  • Il coworking rimane limitato a 5 giornate come nell’accordo sperimentale, massimo 3 persone per sede, ad esclusione del personale del Dipartimento di P.S. e dei Vigili del Fuoco . Aspettiamo di conoscere le 40 sedi autorizzate

Contratto integrativo di Ente: scarno e deludente

  • Nessuna innovazione: vengono riproposti strumenti già esistenti in precedenti accordi (banca ore, diritto allo studio, ecc.).

  • Non condividiamo l’aumento delle indennità per posizioni organizzative e la mancanza di misure su settimana di 4 giorni, nessun accenno al welfare contrattuale e all’indennità di responsabilità per gli assistenti, come previsto dal CCNL.

  • Elevate professionalità, tante parole poche concretezze: solo 50 unità previste nel PIAO, insufficienti per l’area terza, numero irrisorio rispetto alla platea dell’area terza. È un tema sentito da tanti colleghi, ancora in attesa del giusto riconoscimento professionale.

Nessuna garanzia di equità né esigibilità del diritto

Rimane irrisolto il nodo principale, più volte da noi sollevato: la non esigibilità del diritto al lavoro agile in molte realtà, due terzi dei colleghi ne sono esclusi, soprattutto quelli in servizio negli uffici della P.S., dove l’accesso allo smart working resta una chimera.

Non accettiamo annunci propagandistici: senza un vero cambiamento culturale e manageriale, e in mancanza di un investimento tecnologico serio. Questi accordi rischiano di essere vanificati, ed applicabili solo a una parte del personale.

Facciamo appello a una riflessione seria e trasparente. Non servono slogan, ma impegni concreti e misurabili, per dare dignità e strumenti adeguati a chi ogni giorno manda avanti i servizi pubblici. Su questi temi la Fp Cgil sarà sempre al vostro fianco.

la Coordinatrice Nazionale
Adelaide Benvenuto

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