08 Agosto 2025
“Togliere i dipendenti della sanità dal perimetro della Pubblica Amministrazione per avere orari e contratti più flessibili? Una dichiarazione del Ministro Schillaci che non solo ci preoccupa tantissimo ma rappresenta un’implicita ammissione dell’inefficacia del nuovo Ccnl sanità che non riesce ad essere attrattivo e a rispondere ai bisogni del servizio sanitario nazionale e dei suoi dipendenti e che, proprio per questo, ci siamo rifiutati di firmare”. Così la Funzione Pubblica CGIL commenta la dichiarazione rilasciata in un’intervista a La Stampa del Ministro della Sanità, Orazio Schillaci.
“Il Ministro continua a parlare della necessità di assumere nuovo personale. Noi non possiamo che concordare, ma dobbiamo prendere atto del fatto che finora si è trattato solo di parole. Infatti, dagli ultimi dati del Conto annuale Mef 2023, emerge che oltre il 70% delle ultime assunzioni fatte sono state di personale che già lavorava all’interno del Servizio Sanitario Nazionale ma come precario. Non si tratta dunque di nuovo personale per rafforzare la sanità pubblica ma di stabilizzazioni ottenute grazie alle nostre battaglie”. E incalza: “Quella della precarietà, poi, è una piaga ancora presente che coinvolge oggi 36.000 persone e che vede un aumento di contratti di collaborazione che oggi sono 14.000”.
“Noi lo sosteniamo da tempo e i dati del Conto annuale confermano la sensatezza della nostra proposta: la sanità pubblica ha bisogno di 510.000 nuove assunzioni per sostituire il personale che nei prossimi anni andrà in pensione e potenziare ospedali, ambulatori e tutti i servizi sanitari. Chiediamo al Ministro un confronto strutturato con i sindacati per discutere insieme di un piano straordinario di nuove assunzioni e di come rendere attrattive le professioni sanitarie; temi a cui il nuovo contratto rinnovato non risponde in alcun modo”, conclude la Fp Cgil.