Il risultato storico al Ministero della giustizia è stato far uscire dal silenzio assordante degli ultimi due anni le organizzazioni sindacali che oggi rivendicano lo straordinario risultato, dopo quasi 20 incontri passati a discutere con l’amministrazione in cui alla domanda “ma quindi qual è la vostra proposta?” la risposta è stata solo aizzare gli uni contro gli altri e soffiare sul vento della polemica nel tentativo di racimolare facili consensi elettorali che, evidentemente, non ha pagato.
Ma entriamo nel merito della proposta che le sedicenti organizzazioni sindacali avrebbero firmato, stante a quanto circola nelle chat. E diciamo avrebbero perché l’amministrazione non si è nemmeno degnata di fornire l’informativa, dopo settimane di riunioni carbonare di cui nessuno sapeva nulla, orchestrate dalla massima autorità politica del Ministero, per la seconda volta contravvenendo ad obblighi di legge e in palese sconfessione della linea di equilibrio che giusto qualche mese fa sembrava fosse stata adottata dall’amministrazione.
Un accordo che cambia tutto per non cambiare nulla. Si rinominano nei fatti i vecchi profili con la famiglia, dove in tutte le amministrazioni del comparto delle funzioni centrali lo sforzo è stato per ridurne il più possibile il numero per facilitare i passaggi tra i profili e la mobilità all’interno dell’amministrazione, qui alla giustizia facciamo i primi della classe con ben oltre 15 famiglie professionali.
Più di 10 solo al DOG con 3 individuate come ad esaurimento. Cancellieri e assistenti giudiziari sono relegati nell’Area degli Assistenti senza alcuna via d’uscita verso l’Area dei Funzionari, ai Direttori la riserva indiana senza alcuno sviluppo verso l’Area delle Elevate Professionalità o della dirigenza, ai funzionari UPP di cui si sono ricordati – bontà loro! – come ultimo punto di una vuota dichiarazione di intenti senza alcun impegno sulle risorse necessarie a stabilizzarli tutti, senza istituire un profilo di ruolo a parte come invece abbiamo chiesto sin dall’inizio a tutela e garanzia della continuazione della loro attività nei Tribunali e nelle Corti d’Appello con la strutturazione a regime del modello dell’ufficio per il processo.
Al DAP si eliminano totalmente le indicazioni sulla confluenza dei vecchi profili nelle nuove aree, il che renderà impossibile il riconoscimento delle figure professionali
precedentemente soppresse e confluite nella figura del FOR (statistici, bibliotecari, comunicatori e formatori) che nella famiglia degli Amministrativi non vedranno riconosciuta la propria professionalità. Al DGMC collochiamo lavoratrici e lavoratori che operano fianco a fianco negli stessi servizi e li frammentiamo uno in una famiglia e un altro dall’altra, nell’illusione che questo possa garantire un maggior tornaconto a questo o quell’altro lavoratore.
Alla faccia della tutela della professionalità, della valorizzazione anche economica dei profili e della garanzia dello sviluppo di carriera!
Se questa era la proposta che le organizzazioni sindacali della firma facile intendevano avanzare, perché non l’hanno fatto nei 2 anni precedenti? Forse qualcuno aveva paura del confronto, chiaro e limpido davanti alle lavoratrici e ai lavoratori? Nel frattempo abbiamo perso tempo, i termini per poter effettuare le progressioni verticali in deroga ex art. 18 del CCNL 2019/2021 corrono e non c’è traccia dell’attivazione del sistema degli incarichi, di tipo professionale e di posizione organizzativa, delle specifiche responsabilità per l’Area degli Assistenti, dei criteri e dei termini attraverso cui fare i differenziali stipendiali, solo vuoti impegni contenuti in un documento che oltre ad essere una dichiarazione di intenti non ha alcuna indicazione sui finanziamenti che sarebbero necessari per rendere operativi tutti questi impegni. Come si dice in gergo sindacale, una dichiarazione di intenti non si nega a nessuno!
Per la FP Cgil questa non è una proposta seria, ma un’operazione gattopardesca tutta volta a far sì che, ancora una volta, alla giustizia tutto possa rimanere immobile. Si moltiplicheranno i contenziosi, l’amministrazione rimarrà ingessata e ancorata a logiche ottocentesche non più degne di una pubblica amministrazione del XXI secolo, l’innovazione organizzativa e digitale rimarrà al palo, la mobilità e i passaggi tra i profili saranno nei fatti bloccati dalle scoperture di organico che continuano a raggiungere vette sempre più elevate.
Proprio perché per noi, che facciamo il sindacato per davvero, il coinvolgimento delle lavoratrici e dei lavoratori è fondamentale, riteniamo necessario avviare immediatamente una campagna informativa attraverso assemblee in tutti i posti di lavoro, in cui denunciare l’ennesimo scempio che si è compiuto alla giustizia e contestualmente dichiariamo lo stato di agitazione di tutto il personale del Ministero della giustizia volto a rivedere l’accordo e superare le gravi svalorizzazioni professionali ed economiche che colpiranno indistintamente tutte le lavoratrici ed i lavoratori che vedranno, ancora una volta, un
miraggio al posto del diritto alla carriera, della flessibilità organizzativa, del giusto riconoscimento salariale per il proprio lavoro.
FP CGIL Nazionale