09 Ottobre 2025

C’era una volta il Regno della Previdenza, terra di archivi infiniti, sportelli parlanti e registri custodi di segreti. Vi abitavano impiegati, gran visir, consulenti, medici, tecnici e funzionari: tutti servitori del tempo e dei diritti, capaci di trasformare gli anni in sicurezza per il futuro.

A rappresentare il popolo erano rimaste quattro Confraternite dei Sigilli, guardiane delle regole e dei contratti voluti dal Governo. Ognuna con il proprio vessillo e la propria voce, tutte proclamavano di difendere i lavoratori — ormai, però, sempre più poveri.

Un giorno, dopo lunghi consigli e trattative sotto le volte del Palazzo Centrale, una sola Confraternita — quella che portava il Sigillo del Trenta per Cento — decise di firmare un Patto d’Inchiostro con i Grandi Amministratori del Regno: un testo complesso e chiacchierato, fatto di commi, richiami e promesse, destinato a regolare la vita di tutti, anche di chi non era stato chiamato a scriverlo.

Le altre Confraternite, che fino a poco tempo prima avevano marciato all’unisono, insorsero indignate: “Questo Patto non ci rappresenta! È stato scritto da una sola mano!

Ma tutti sapevano che la Pergamena era già in viaggio verso la lontana terra degli Organi Vigilanti, dove gli scribi ne stavano controllando ogni riga, pronti a suggellarla con la cera dorata della legittimità.

Passarono i giorni, e la protesta divenne sussurro. Qualcuno allora propose: “Forse potremmo firmare anche noi, se si aggiungesse un impegno… una promessa… una postilla.” Così nacque il Ritocco del Compromesso: qualche parola spostata, una clausoletta, un tocco di inchiostro per salvare la faccia di chi non voleva restare fuori dal quadro. Nulla che cambiasse davvero il cuore del Patto, ma abbastanza per dire: “Anche noi abbiamo contribuito.”

E mentre le Confraternite si disponevano alla firma, uno degli antichi archivisti del Regno mormorò, piegando un foglio già ingiallito: “Non erano forse loro, un tempo, a dire che certi accordi non si dovevano sottoscrivere?

Fu il vento, passando tra gli scaffali, a rispondere in un tremolio di pergamene: “Nel Regno della Previdenza cambiano i sigilli, ma non l’inchiostro e le abitudini di chi firma tutto”.

E così andò. Il Patto fu approvato anche dalle Confraternite escluse, che organizzarono un banchetto e in ogni piatto non c’era arrosto ma tanto, tanto fumo.

I servitori del Regno assistettero impotenti, chiedendosi cosa fosse cambiato e soprattutto come sopravvivere soltanto tra piatti di lenticchie. Ma continuarono a lavorare, tra registri e timbri, sperando che un giorno la loro voce sarebbe stata davvero ascoltata, non soltanto archiviata.

Coordinatore nazionale FP CGIL INPS

Giuseppe Lombardo

X
Questo sito usa i cookie per offrirti la migliore esperienza possibile. Procedendo con la navigazione sul sito o scrollando la pagina, accetti implicitamente l'utilizzo dei cookie sul tuo dispositivo. Informativa sull'utilizzo dei cookie Accetto