C’era una volta il vasto e solenne Regno della Previdenza, un luogo dove i documenti crescevano come edere sui muri dei palazzi e le delibere cadevano dal cielo come foglie d’autunno. Un giorno il Gran Consiglio si radunò nella Sala delle Decisioni Immutabili, che però cambiavano di continuo, e proclamò: “Poiché inutile e superflua, sia soppressa la Direzione del Benessere Organizzativo! Che i suoi stendardi vengano arrotolati e i suoi scranni svuotati!”.
Fu un annuncio altisonante. I banditori lo portarono in ogni piazza, e il popolo, a caccia di sprechi, approvò.
Ma come in ogni buona favola le decisioni più definitive sono anche le più effimere.
Appena pochi giorni dopo, giunse un nuovo editto, firmato dal Governo del Regno: “Si rende ora necessario attribuire al Benessere Organizzativo una Elevata Professionalità, che guidi la nobile impresa della trasformazione degli archivi cartacei in digitali!”.
Gli scribi, confusi, si guardarono tra loro.
“Maestà,” domandarono, “non era quella la Direzione appena abolita?”. “Certo,” risposero di tutto punto i consiglieri della Corona, “ma prima che muoia del tutto, conviene donarle un’ultima onorificenza… per meriti futuri!”
E così fu. La Direzione morente, come una fenice che rinasce solo per un ultimo battito d’ali, ottenne una lucente Elevata Professionalità, dotata di sigillo dorato e stipendio principesco, mentre chi aveva lavorato per la causa impacchettava gli scatoloni, cercando di capire quale fosse la sua prossima meta.
Ora, c’è da sapere che in quel Regno ogni moneta spesa per l’organizzazione veniva dal Regale Fondo delle Imposte: un grande scrigno, riempito giorno e notte dal popolo.
Ogni funzionario, ogni assistente, ogni operatore dello Stato versava la sua piccola parte, credendo di sostenere le opere utili e i benefici promessi.
Ma, silenziosamente, una goccia di quel tesoro andava a pagare la nuova Elevata Professionalità — il compenso dorato per un incarico nato nell’attimo stesso in cui la Direzione spirava.
I saggi del Regno sussurravano che si trattasse di un sortilegio antico, il Sortilegio della Quota Cento, che confondeva una promessa governativa di natura previdenziale con una prassi gestionale: la folle corsa per arrivare a 100 Elevate Professionalità e poi organizzare tutti insieme una gran festa. E mentre gli archivi si riempivano di pergamene digitali e le delibere si moltiplicavano come funghi, il popolo si accorse che la vera magia, nel Regno della Previdenza, era quella di trasformare ogni decisione nel suo contrario.
E così, tra timbri, sigilli e laute prebende, il Regno continuava ad andare avanti…
Coordinatore nazionale FP CGIL INPS
Giuseppe Lombardo