Una manovra che non risponde ai bisogni reali del Paese e rischia di aggravare le disuguaglianze sociali, scaricando ancora una volta su lavoratori e pensionati il peso maggiore della crisi.
Il nostro giudizio, dopo il confronto del Governo con le parti sociali, non potrebbe essere più netto. Dopo aver subito un contratto collettivo a perdere, che ha impedito al personale del comparto di recuperare quanto perso negli anni con l’inflazione, dopo aver assistito al d.l. PA che ha escluso l’INPS dalla possibilità di ottenere anche un solo euro aggiuntivo, le lavoratrici e i lavoratori dell’Istituto – già fregati da un contratto integrativo che svilisce ogni prospettiva di carriera – sono adesso minacciati dall’ennesima manovra finanziaria simile a una partita di giro.
Il Governo, agitando lo specchietto delle allodole dell’intervento Irpef, non ha fornito alcuna risposta concreta su salari e pensioni, di là dalle solite parole di circostanza.
Il conto è sotto gli occhi di tutti:
si evita ogni intervento per recuperare risorse dall’evasione e per garantire una maggiore progressività nella tassazione;
mancano misure per recuperare il fiscal drag, che tra 2022 e 2024 è costato quasi 25 miliardi di euro, 2.000 euro in più di tasse non dovute a persona;
si sottovaluta la perdita del potere d’acquisto del lavoro dipendente;
si destinano risorse ancora esigue ai rinnovi contrattuali del pubblico impiego, senza alcun confronto con le organizzazioni sindacali né le dovute garanzie a tutela delle retribuzioni in caso di aumento dell’inflazione durante il triennio.
La politica della mano tesa, predicata da altre realtà, non sembra essere foriera di alcun risultato, se è vero che anche in questa manovra chi lavora nella PA viene dimenticato.
Non si parla di nuove assunzioni, non si parla di stabilizzazione dei precari, di investimenti nei servizi pubblici, nella sanità, nella scuola, nei settori che tengono insieme il Paese.
Si preferisce, invece, destinare maggiori risorse alle spese militari, proprio mentre i cittadini si scontrano con la scarsità di mezzi di chi deve garantire servizi fondamentali.
La FP CGIL INPS rilancia la mobilitazione prevista per la giornata di domani.
Il Governo deve cambiare rotta e aprire un confronto vero, dove la cifra di fondo deve essere l’equità e un piano di rilancio del lavoro pubblico. Il Paese non può permettersi un’altra manovra che penalizza chi lavora.
Giuseppe Lombardo