In data 30 ottobre, l’Amministrazione ha nuovamente convocato le sole organizzazioni sindacali firmatarie del CCNL del Comparto Funzioni Centrali – triennio 2022/2024 per discutere la revisione della Policy sul lavoro a distanza, questa volta giungendo alla firma di un’ipotesi di accordo.
Questo accordo, in particolare per quanto riguarda la definizione dei criteri di priorità per l’accesso al lavoro agile e al coworking, continua a mostrare tutti i limiti già evidenziati in precedenza, senza apportare innovazioni significative.
Alcune categorie di lavoratori passerebbero ufficialmente da 8 a 10 giorni di lavoro agile mensili, ma già con la vecchia Policy possono di fatto avere più di 8 giorni, documentando la presenza di “gravi, urgenti e non altrimenti conciliabili situazioni di salute, personali e familiari”. In cambio di questo miglioramento, l’Amministrazione elimina la possibilità di recuperare nei due mesi successivi le giornate di lavoro agile non fruite durante il mese: si tratta di un grave arretramento, considerato che questa soluzione garantisce un certo grado di flessibilità da estendere più che da eliminare!
Non è tutto: non contenta, l’Amministrazione ha anche proposto che, “in caso di particolari esigenze organizzative e funzionali, formalmente espresse nell’accordo individuale, oppure nel caso di specifica richiesta del dipendente, può essere concesso un numero inferiore a 6 giorni mensili”.
Abbiamo già assistito in questi anni ad interpretazioni della Policy inutilmente restrittive e questa aggiunta sarà una leva ulteriore a disposizione dei Dirigenti per restringere e limitare arbitrariamente la diffusione del lavoro agile.
Come FP CGIL, con la nostra proposta di Policy già condivisa con lavoratrici e lavoratori, vorremmo avere una discussione seria, costruttiva e realmente collegiale, con l’obiettivo di semplificare e rendere universalmente accessibile a tutte e tutti lo strumento e generare benefici equamente distribuiti: una migliore conciliazione vita-lavoro per le lavoratrici e per i lavoratori; una maggiore efficienza, motivazione e continuità operativa del personale per l’Amministrazione.
Il nuovo quadro in via di definizione punta invece coscientemente a peggiorare le condizioni di lavoro ed i diritti del personale, con la solita nota strategia di strutturare il lavoro agile come strumento assistenziale, utile esclusivamente a segmentare i lavoratori per dividerli e metterli gli uni contro gli altri.
In cambio di un riconoscimento ad alcune categorie di un trattamento di cui già potevano beneficiare in precedenza, l’Amministrazione toglie a tutto il personale la possibilità di recuperare i giorni di lavoro agile non fruiti e la garanzia di avere almeno 6 giorni di lavoro agile mensili.
Per questi motivi, riteniamo che la Policy sia peggiorativa e ci impegneremo a modificarla con tutti gli strumenti a nostra disposizione, per tutelare veramente gli interessi di tutte e di tutti.
FP CGIL MEF