Sacrificate attività strategiche come ispezioni di bordo, monitoraggio e vigilanza su spettro radioelettrico. Rischio esternalizzazione
“Le sedi territoriali del Ministero delle Imprese e del Made in Italy da troppo tempo affrontano una situazione insostenibile: la carenza diffusa di personale rende difficile persino svolgere le attività minime con conseguenti ritardi, inefficienze, aggravi economici e carichi di lavoro pesanti. L’Amministrazione centrale e la politica ignorano la realtà, trattando questi uffici come luoghi di esclusiva propaganda. Sono state introdotte attività di supporto alle nuove ‘Case del Made in Italy’ con incarichi spesso privi di reale utilità. Il progetto, pur avendo la onorevole missione di avvicinare il Ministero ai territori, viene attuato senza personale formato o motivato, chiedendo a chi svolge funzioni fondamentali di occuparsi di compiti non propri, sacrificando attività strategiche e di sicurezza, storicamente del Ministero, tra le quali ispezioni di bordo su navi mercantili, pescherecci, passeggeri e naviglio internazionale, controlli e monitoraggio dello spettro radioelettrico, protezione delle frequenze aeroportuali e dei servizi pubblici essenziali (forze dell’ordine, aeronautica, protezione civile, VV.FF., sanità, ecc.); sorveglianza del mercato e sicurezza dei prodotti (marchio CE, dispositivi radio, prodotti elettronici, D.Lgs. 128/2016), verifica impianti di telefonia mobile e interventi su stazioni radiobase, monitoraggio e gestione dei fondi per l’editoria locale. Il rischio è che si riduca l’attività a un insieme di ‘compitini’ formali invece di valorizzare le professionalità e migliorare l’efficacia del servizio, disperdendo forze, energie e competenze preziose finendo banalmente nell’assistere a feste e inaugurazioni di luoghi senza reale identità”.
Lo si legge in una nota di Funzione Pubblica Cgil.
“Come Fp Cgil avevamo segnalato il rischio di un progressivo indebolimento delle strutture e di una perdita di attività e competenze in favore delle Case del Made in Italy. Nonostante le iniziali rassicurazioni e promesse di valorizzazione i fatti confermano le nostre preoccupazioni. È evidente il disinteresse, mentre si punta chiaramente a esternalizzare le attività. Pensiamo, per esempio, a quanto previsto nel testo trasmesso al Senato della Repubblica del disegno di legge n. 1624 ‘valorizzazione risorse mare’, che spinge l’attività e il servizio di ispezioni di bordo sulle navi all’estero a società accreditate, frutto delle pressioni di chi quel servizio non lo vuole più svolto dal Ministero temendo la terzietà e la fermezza con cui è oggi garantito dal personale rimasto in servizio. Inoltre – prosegue la nota – diverse sedi versano in condizioni precarie: emblematico il caso di Napoli, con piani inagibili e ponteggi su piazza Garibaldi, o di Salerno, recentemente chiusa”.
“Nonostante queste criticità, il personale garantisce con senso di responsabilità, impegno e professionalità la propria presenza sul territorio. Altro che ‘Case del Made in Italy’, esclusive vetrine di facciata a fronte di chi garantisce davvero il funzionamento dell’apparato e continua a operare con risorse limitate e riconoscimenti insufficienti. Anche per queste ragioni il 12 dicembre prenderemo parte allo sciopero generale perché serve cambiare la legge di bilancio, investire risorse non in armi ma nei servizi pubblici per i cittadini assumendo personale”, conclude Fp Cgil.