INPS – Le stampelle e Daniele Silvestri

26 Novembre 2025

Su poche cose il ministro Zangrillo è stato chiaro fin dall’inizio. Una di queste riguarda la formazione: leva fondamentale per lo sviluppo della Pubblica Amministrazione, elemento su cui i dirigenti devono essere ingaggiati affinché si determini una crescita reale delle competenze e della professionalità di chi lavora al servizio dello Stato.

Operatori, assistenti o funzionari, poco importa. Il mantra è chiaro, almeno a livello di buoni propositi: tutti devono poter sviluppare le proprie attitudini, e i manager devono presidiare questo processo.

In INPS, però, qualcosa sembra destinato a saltare. Nel sistema di misurazione della performance individuale per l’anno venturo, infatti, è spuntata una novità: la formazione del dipendente diventa una delle componenti da valutare nelle “pagelline”. Così l’onere viene in parte rovesciato, e senza colpo ferire.

Di fronte a una simile posizione, ci si aspetterebbe una levata di scudi da parte delle organizzazioni sindacali: il tentativo di fermare un’interpretazione delle regole che muta il significato delle direttrici fornite da Zangrillo, peraltro ridimensionando ancora una volta il peso dato agli obiettivi di gruppo.

Invece? Nulla. Il silenzio più totale.

L’unico sussulto è quello – paradossale – di una sedicente organizzazione che, come sempre, mostra la propria distanza dagli interessi di chi dovrebbe rappresentare.

Essa, infatti, non solo non si discosta dal disegno presentato ai sindacati, magari richiamando i dettati di Funzione Pubblica; ma si spinge oltre: rivendica il merito di aver sempre sostenuto che fosse così (sic!), che INPS avrebbe prima o poi punito i lavoratori poco inclini a formarsi.

Peccato che questo non fosse possibile con le regole vigenti. Lo dice la stessa Amministrazione che, per far passare il principio, ritiene necessario modificare i pesi della valutazione individuale dal 2026, proprio per inserire tra gli elementi di giudizio l’ingaggio del dipendente.

Dunque, non solo i firmatari in solitaria del CCNI hanno detto baggianate per mesi, cosa certificata dalla bozza di SMVPI; ma hanno persino suggerito — più o meno consapevolmente — il ribaltamento dei ruoli. E a più riprese. Un suggerimento che, alla fine della fiera, l’Amministrazione ha fatto proprio.

Possiamo dirci stupiti dopo aver letto, nel recente passato, velati inviti a boicottare i test su Syllabus per accedere ai corsi e ottenere un attestato quale che sia? Francamente no.

Ora il tema è chiaro: la disposizione che rende il dipendente responsabile della sua formazione è sul tavolo. Le sigle sindacali firmatarie del CCNL, finora pressoché silenti, sapranno ricordarsi di chi tiene in piedi la baracca? O faranno anche stavolta da stampella?

Abbiamo già perso dieci punti d’inflazione per le sciagurate scelte compiute. Parafrasando Daniele Silvestri, “più in basso di così, c’è solo da scavare”.

Coordinatore nazionale FP CGIL INPS

Giuseppe Lombardo

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