Vigili del Fuoco: Fp Cgil, ‘riforma snatura missione civile del Corpo, proclamiamo stato di agitazione’

03 Dicembre 2025
“La Fp Cgil VVF ha deciso di proclamare lo stato di agitazione nazionale del personale del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco a seguito dell’analisi delle bozze di riforma dei decreti legislativi 217/2005 e 139/2006. In particolare, desta grande allarme l’intenzione di introdurre la disposizione (art. 6, comma 2 della proposta di modifica del decreto 139/2006 e, all’art. 24, comma 7, lettera b-bis, ‘concorre alle attività di pubblica sicurezza’ e b-ter, ‘concorre alle attività connesse alla sicurezza dello Stato’) secondo la quale ‘al medesimo personale che espleta compiti operativi sono attribuite le funzioni di agente di pubblica sicurezza’. Ciò segnerebbe un pericoloso ritorno al passato, snaturando la missione civile dei Vigili del Fuoco e aprendo alla possibilità di impiegare il personale in attività tipiche della pubblica sicurezza: dalla gestione coercitiva delle manifestazioni fino ad azioni di natura repressiva al fianco delle forze dell’ordine e dei reparti militari. Un impiego che nulla avrebbe a che vedere con il soccorso tecnico urgente e la cultura di servizio che ha sempre contraddistinto il Corpo. Una deriva incompatibile con la tradizione civile dei Vigili del fuoco e con i modelli europei dei servizi di Fire & Rescue”.
Lo annuncia in una nota il coordinatore nazionale Fp Cgil VVF, Mauro Giulianella.
“Tale proposta è pericolosamente in linea con le recenti parole del ministro della Difesa Crosetto che ha aperto alla possibilità di un ritorno della leva militare volontaria. Appare dunque evidente che il governo Meloni ambisce ad una progressiva militarizzazione della società: un processo che ci inquieta e che rischia di investire anche il corpo nazionale dei Vigili del Fuoco”.
“Sempre in riferimento alla riforma del Corpo proposta dal governo, segnatamente dal Sottosegretario con delega ai Vigili del Fuoco, onorevole Emanuele Prisco, dipendente del Corpo – prosegue la nota – si evidenzia che l’espansione significativa dell’area dirigenziale non trova alcuna giustificazione e rischia di accentuare la distanza tra vertice amministrativo e personale operativo. Ulteriori preoccupazioni riguardano la sostenibilità economica dell’impianto di riforma, caratterizzato da costi superiori alle risorse previste e dall’assenza di coperture nella bozza di Legge di bilancio 2026. Infine, sul piano del personale destano forte allarme i meccanismi selettivi improntati al merito comparativo”.
“Tutte circostanze che, unite alla mancata disponibilità a proseguire il confronto, ci inducono a ritenere che la riforma proceda verso un modello centralizzato, gerarchizzato e non coerente con la missione civile del Corpo. Per tali ragioni dichiariamo lo stato di agitazione, con riserva di ogni ulteriore iniziativa sindacale prevista dalla normativa vigente”, conclude Giulianella.
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