INPS – Il contratto lampo più lento della storia

04 Dicembre 2025

Non potendolo definire un buon contratto — perché brucia tremila differenziali creando disparità nei percorsi di carriera, perché propone un sistema di incentivi schizofrenico, perché rafforza il peso delle pagelline e rende i dipendenti più ricattabili — i promotori del CCNI, all’indomani della sottoscrizione in solitaria, rivendicarono con orgoglio: è il contratto più veloce del West, abbiamo blindato l’accordo.

Ricordiamolo agli smemorati: approvato in sordina a ridosso dell’estate, per evitare confronti sul testo, il contratto integrativo sarebbe dovuto entrare a regime senza l’ansia di fine anno. E invece siamo al 4 dicembre e, dopo i rilievi non banali dei Ministeri vigilanti, il percorso sembra ancora a ostacoli.

Vuoi perché, una volta esitato il testo, occorrerà nuovamente ottenere il benestare dei “controllori”; vuoi perché l’Amministrazione, come più volte ribadito, auspica una condivisione più ampia da parte di chi siede al tavolo.

Ed è difficile non comprendere l’imbarazzo della delegazione trattante di parte datoriale: se da un lato porta a casa un “accordo” che recepisce pressoché tutti gli input proposti (con l’acquiescenza della sedicente organizzazione firmataria), dall’altro si ritrova innanzi un’unica firma, la stessa che peraltro — prendendo per il naso i lavoratori — mette pure a verbale tutta la sua insoddisfazione per le gravi carenze del testo.

Il risultato è sotto gli occhi di tutti: a furia di firmare accordicchi di bassa lega, chi opera al servizio dello Stato comincia a non credere più alle risposte che lo strumento negoziale può offrire.

Si sta svilendo la funzione sindacale, e non basterà una bella dichiarazione congiunta proposta dai caballeros del CCNL per salvare la faccia.

Ribadiamolo allora, ancora una volta. Perché le promesse le abbiamo lette tutti:

  • almeno cinquemila differenziali;

  • una maggiorazione allo sportello più consistente;

  • l’aumento del TEP per ogni dipendente;

  • un tetto alle risorse destinate alle Elevate Professionalità del vecchio ordinamento;

  • il ridimensionamento delle pagelline;

  • il ripristino della vecchia disciplina per la Banca Ore;

  • l’incremento delle indennità per professionalità rimaste ferme da anni. Sono queste le condizioni poste da chi siede al tavolo per avallare il testo.

Vi aspettiamo al varco. Fate con comodo.   

Coordinatore nazionale FP CGIL INPS

Giuseppe Lombardo

                                                      

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