Gentile Capo Gabinetto,
questa organizzazione sindacale desidera innanzitutto ringraziarla per la “celere” risposta alla nota congiunta inviatale in data 3 novembre.
Nella prospettiva di avviare una collaborazione costruttiva, ritenevamo necessario sottoporre alla Sua cortese attenzione quanto inviato; infatti, lo stesso documento era il risultato dell’assemblea unitaria FP CGIL e UILPA tenutasi l’8 ottobre u.s. molto partecipata, con cui ci venivano rappresentate criticità ormai strutturali che investono il funzionamento del Ministero e le condizioni di lavoro del personale. Temi che spaziano da questioni organizzative e di sicurezza, fino alla tutela della dignità professionale e al miglioramento dell’efficienza complessiva dell’Amministrazione.
A fronte del nostro contributo, la risposta ricevuta si limita a registrare formalmente la nostra nota, senza fornire alcun elemento di merito: suggerimenti, cronoprogrammi, tavoli ad hoc da istituire o altre valutazioni sui temi sollevati. Siamo pienamente consapevoli della complessità delle questioni, che richiedono analisi accurate e strategie di coordinamento tra le diverse strutture, ma la totale assenza di un riscontro sostanziale indebolisce il rapporto di fiducia con il personale e con chi ne rappresenta le istanze, trasmettendo l’impressione di un disallineamento tra la gravità dei problemi esposti e l’attenzione loro riservata.
Notiamo inoltre che ci si sofferma solo su alcuni punti, ignorando tutto il resto, dimostrando scarso interesse nel risolvere le criticità che i dipendenti quotidianamente affrontano.
Con riferimento ai temi toccati, esprimiamo quanto segue:
Per quanto riguarda la grave carenza di organico e la perdita di attrattività del Ministero, constatiamo che non basta affermare genericamente che vi è stato un incremento delle unità in servizio grazie ai concorsi e alle procedure di mobilità, se non si tiene in debita considerazione che tali immissioni sono controbilanciate da pensionamenti e dimissioni, per cui non vi è stato un aumento dell’organico, ma si rischia, forse, a breve pure un saldo negativo, con il persistere di problemi cronici legati ai carichi di lavoro e dello sforzo che i colleghi in servizio profondono per garantire il rispetto di tempistiche e scadenze; a forza di questo riteniamo che forse non è ben chiara la situazione principalmente sugli ispettorati e
soprattutto sul numero di rinunce in questi due ultimi anni con graduatorie che hanno superato il 65% di abbandoni.
In merito alla mobilità interna, ancora disciplinata da un vecchio regolamento superato e spesso disatteso, Lei ci assicura che l’Amministrazione sta lavorando all’aggiornamento dello stesso, senza, tuttavia, fornire elementi precisi e tempi certi. Abbiamo lavorato insieme, emendandolo con nostre proposte e presentandolo alla DGSIF, ma lì è rimasto senza alcuna risposta per oltre un anno. A ogni nostra richiesta, le risposte erano infarcite di scuse e falsità, sostenendo che sarebbe stato mostrato al corpo dirigenziale per una visualizzazione, cosa che ovviamente non è vera.
Per quanto concerne i ritardi nei pagamenti (arretrati, straordinari, FRD, PON, posizioni organizzative) e l’assenza di comunicazioni certe, riceviamo un impegno pro-futuro che non risulta accompagnato dalla descrizione delle misure che l’Amministrazione intende mettere in campo, con cui si forniscano certezze, nei tempi e nei modi, rispetto a quanto promesso;
Sulle numerose segnalazioni riguardanti i rapporti con la dirigenza e i comportamenti non adeguati verso lavoratrici, lavoratori e rappresentanze, Lei afferma che le situazioni vanno circostanziate per evitare “voci lesive sui colleghi”. Tuttavia, non si preoccupa minimamente di convocarci per approfondire un aspetto che, al contrario, sta compromettendo la serenità e la vita lavorativa di chi subisce atteggiamenti vessatori, con possibili ripercussioni anche sul piano professionale. Non si preoccupi: la DGSIF conosce perfettamente l’elenco delle segnalazioni, ma preferisce chiudere gli occhi, non intervenire o, peggio, minimizzare. Per questo riteniamo superfluo — e francamente fuori luogo — il richiamo ad “evitare voci lesive sui colleghi”, riferito evidentemente ai dirigenti. A questo punto interverremo a modo nostro, come già stiamo facendo in diversi luoghi di lavoro: andando direttamente da loro. E rinnoviamo l’invito a tutte e tutti le colleghe e i colleghi a segnalarci ogni atteggiamento scorretto o mancanza di rispetto nei nostri confronti. Siamo la CGIL, il primo Sindacato in Italia per numero di consensi nella Pa e da 120 anni siamo il muro a protezione di tutte e tutti.
Con riferimento alla richiesta concernente le misure di welfare, smart working e lavoro decentrato, anche qui formule di rito, in cui non vengono elencate le concrete azioni che il Ministero sta mettendo in campo per garantire ai dipendenti di conciliare i tempi di vita e di lavoro. Soprattutto se si tiene in considerazione che le forme alternative alla presenza, sono oggi misure per cui il personale vive quello che dovrebbe essere un diritto alla stregua di una mera concessione, quasi vivessimo in un Ancien regime e non in uno Stato di diritto sancito da una Costituzione tra le più belle del mondo. Le stesse sono spesso frutto di una competizione tra colleghi, con una scadenza biennale, per di più messa a rischio dalla possibilità di ottenerle o meno, con tutte le conseguenze in termini di stabilità e serenità, nonché di rendimento sul lavoro e di perdita di risorse alla ricerca di nuove collocazioni.
“Vivi nel mondo, lavora in Italia” ci sembrava ci avesse detto un po’ di tempo fa, ma questo a nostro parere sembra solo uno slogan vuoto, che non incontra in alcun modo le esigenze dei dipendenti.
Tutto il resto, invece, è stato palesemente ignorato con nostra grande delusione.
trasparenza sugli incarichi interni retribuiti e loro mappatura completa;
la situazione delle sedi di via Molise, Viale America e delle strutture territoriali, con rilevanti profili di sicurezza;
le distorsioni del sistema delle progressioni economiche e della valutazione (“pagellini”);
il necessario potenziamento dei servizi di ascolto e supporto al personale.
Registriamo infine con grande preoccupazione che le criticità relative al funzionamento degli Ispettorati territoriali non hanno ricevuto alcuna menzione. Parliamo della cronica carenza di organico, dell’evidente fallimento del progetto “Case del Made in Italy” e, soprattutto, delle ipotesi di esternalizzazione delle ispezioni di bordo, questioni di rilevanza POLITICA, anche alla luce del DDL 1624 sulla sicurezza in mare.
Queste scelte rischiano di svendere attività fondamentali ai privati, sottraendo competenze interne, risorse economiche e compromettendo la garanzia di sicurezza e terzietà che le nostre strutture hanno sempre assicurato. Una situazione davvero inaccettabile.
L’assenza di un riscontro su questi temi aggrava ulteriormente la situazione, compromettendo l’efficacia dei controlli e dei processi.
Vogliamo che questa iniziativa venga immediatamente bloccata.
A tal proposito, precisiamo che abbiamo già diffuso un comunicato stampa per informare l’opinione pubblica e rendere evidente la gravità della questione.
Gentile Capo di Gabinetto questa nostra lettera era rivolta a Lei perché dall’amministrazione tutte le tematiche da noi sollevate non sono mai state ascoltate con la giusta serietà. Ci aspettavamo da Lei anche in ragione della sua figura, così autorevole e unanimemente riconosciuta di così alta, ragguardevole competenza una risposta chiara, risolutiva o mediatoria, ma così non è stato.
Le colleghe e i colleghi di questo Ministero meritano rispetto, meritano di più, meritano di essere ascoltati e di non essere presi in giro.
Per questo motivo la nostra mobilitazione continuerà, quindi esortiamo caldamente tutto il personale ad aderire allo sciopero generale del 12 dicembre, indetto dal nostro sindacato, come primo segnale di lotta e per dimostrarle che, per noi, il vaso è colmo.
Luca Giovinazzo
Coordinatore nazionale FP CGIL