Si sta per chiudere un anno impegnativo, in cui non sono mancate mobilitazioni e lotte: un anno che stava per chiudersi con un vero e proprio “pacco” di Natale (la chiusura dell’INL e il suo rientro al Ministero) giusto mentre chiedevamo, assieme ad altre sigle, ulteriori azioni per rafforzare questo Ente e le sue attività.
Purtroppo, la legge di bilancio frettolosamente approvata in Parlamento non sembra prevedere la norma sul benessere organizzativo, che ci era stata assicurata come cosa certa dai rappresentanti del Ministero.
Cosa succederà ora? Temiamo di essere facili profeti nel prevedere che questo comporterà la probabilità, se non la certezza, di perdere decine e decine di funzionari di recente assunzione, in cerca di posti con un migliore equilibrio tra responsabilità e stipendio.
Così si vanificheranno gli ultimi concorsi effettuati, con conseguente spreco di risorse pubbliche. Il tanto sbandierato rafforzamento dell’Ispettorato rischia di apparire come una fatica di Sisifo, come l’ennesimo modo con cui non si vuole far decollare l’ente e le sue attività, per non disturbare chi produce ricchezza.
Rispetto a questo, sia chiaro che non staremo zitti e buoni, ma continueremo testardamente a chiedere che l’INL sia reso realmente attrattivo e quindi nuove mobilitazioni ci attendono nel 2026, se resteremo senza risposte adeguate.
Aspettiamo di vedere nel concreto cosa ci riserva la riorganizzazione dell’Ente, che per il momento non sembra avere una visione complessiva di fondo. In particolare, riteniamo che la domanda cui la riorganizzazione dovrebbe rispondere è: si riuscirà in questo modo a rendere più efficiente l’INL nelle sue attività interne ed esterne? Vedremo, ma intanto vogliamo lanciare un alert altissimo in particolare sull’informatizzazione delle varie attività, che stenta ancora a decollare. Crediamo che attraverso una robusta informatizzazione si potranno ridurre gli adempimenti a carico del personale e snellire le attività, ma tutto questo stenta ancora a vedersi. Ci auguriamo che finalmente il 2026 possa essere l’anno della svolta. Aspettiamo il software per l’elaborazione delle buste paga, il software per il processo legale e contenzioso, l’inserimento delle ulteriori attività mancanti nella vigilanza, la creazione di una agenda appuntamenti (che chiediamo da anni per gestire in modo omogeneo e ordinato le richieste della cittadinanza).
Nel frattempo, sono partite le trattative per il nuovo CCNL 2025-27, che riprenderanno a gennaio. Come FP CGIL, continuiamo a essere convinti di aver fatto bene a non aver firmato il CCNL 2022-24 e ad aver rivendicato la dignità dei lavoratori pubblici, che non possono essere usati come strumento per la riduzione programmata del potere di acquisto. Per questo, continueremo a rivendicare il ruolo del lavoro pubblico e la necessità di un suo rilancio.
Insomma, anche nel 2026 continueremo a esserci e ad essere sindacato per davvero.
Auguri di buon anno a tutte e a tutti e che sia realmente un anno nuovo!
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Coordinatore nazionale FP CGIL – INL |
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Matteo Ariano |