L’agenzia sta procedendo allo spostamento forzato di colleghi da un area all’altra, o addirittura da una sede all’altra, per una non meglio precisata “migliore allocazione delle risorse umane”.
In realtà sappiamo che questo sta avvenendo a seguito di una procedura di rilevazione di potenziale conflitto di interessi relativamente alla professione di familiari, azione non suffragata da nessuna norma che ne preveda la possibilità.
Siamo consapevoli che il tema è delicato e che l’immagine dell’Agenzia è importante, ma non è questo il sistema di tutelarla, perchè mentre non raggiunge l’obiettivo prefissato, nello stesso tempo comporta una penalizzazione professionale a vita dei dipendenti coinvolti.
Il codice di comportamento e il contratto collettivo di lavoro prevedono l’obbligo di astensione sulla singola pratica, e questo è quello che l’Agenzia può pretendere, e non altro.
La FP CGIL ha espresso la propria contrarietà a questa pratica fin dalla prima volta che fu proposta in Direzione Regionale nel corso dell’incontro del 26 maggio e continuerà a sostenerlo, se necessario, anche attraverso la tutela legale dei lavoratori interessati.
Invece che disporre provvedimenti unilaterali e punitivi, discriminando colleghi che non si sono macchiati di nulla, l’Agenzia farebbe bene a riprendere il confronto con le rappresentanze sindacali sui temi della organizzazione del lavoro e dello sviluppo professionale, della mobilità nazionale e regionale, per migliorare davvero i risultati dell’azione di contrasto all’evasione fiscale.
Chiediamo all’Agenzia pertanto di revocare le disposizioni emesse.
Reggio Emilia, 15/11/2010
FP CGIL
Barbara Vigilante