Inpdap: LETTERA APERTA ai cittadini, al Governo e ai partiti politici

18 Luglio 2011

 

LETTERA APERTA ai cittadini, al Governo e ai partiti politici

 
 

Al Min. Brunetta
Al Min. Sacconi
Al Presidente del Consiglio dei Ministri


la FP CGIL informa i cittadini tutti, le istituzioni, le forze politiche e il Governo che le lavoratrici e i lavoratori dell’Inpdap sono in stato d’agitazione.
 
Da settembre tutte le pensioni degli insegnanti passeranno nel SIN (sistema Informatico in Rete), ma il nuovo sistema, costato oltre 324 milioni di Euro, non è ancora in grado di garantire la buona riuscita delle pratiche.

Si tratta di un’azione di responsabilità dei lavoratori dell’Istituto, indispensabile rispetto alle condizioni che si stanno realizzando, e non di una limitata rivendicazione economica o meritocratica.
E’ maturato uno stato di coscienza generale tra i lavoratori: non è più sostenibile lo stato di indifferenza rispetto a quanto sta accadendo in merito ai servizi, agli obiettivi, all’organizzazione ed ai diritti.
Vorremmo che tale consapevolezza diventi patrimonio comune ed invitiamo tutte le parti, che concorrono al buon andamento dell’Istituto, ad intervenire per porre fine a tale condizione.

Le anomalie del sistema Informatico, fin qui riscontrate, preoccupano i lavoratori sia per quanto riguarda il lavoro sia per le conseguenze che potrebbero riflettersi sull’utenza.
E la preoccupazione aumenta guardando all’evidente scollamento tra il “Piano Industriale” e il “piano della Performance” (redatto con molta fretta dalla tecnostruttura dell’Istituto senza alcun confronto con i lavoratori e le loro rappresentanze).
Il mancato confronto ha prodotto numeri e quantità di pratiche da lavorare che non tengono in alcun conto delle realtà di lavoro nelle sedi, della specificità territoriale della domanda dell’utenza, delle criticità organizzative – che rallentano invece di sviluppare il processo di modernizzazione delle Strutture -, e la carenze di personale determinata dalla mancanza di turnover.
A tutto questo si aggiunge la chiara mancanza di volontà legislativa in favore dello sviluppo della previdenza pubblica, e ancor più in particolare di un sostegno ai servizi dell’Istituto per un Welfare inclusivo e garantito.
Lo stato di agitazione ha, quindi, ragioni profonde che oltre alla rivendicazione delle risorse del CCIE-2010, molto importante per chi guadagna 1.200 Euro al mese, trova le sue radici nel denunciare lo smantellamento dei servizi previdenziali pubblici che rende sempre più difficile l’esercizio dei diritti dei lavoratori e dei cittadini di questo Paese.

Siamo certi che lei, nella consapevolezza del suo ruolo, desideri intervenire in favore dei cittadini e dei lavoratori e pertanto voglia accogliere questa richiesta di considerazione tesa allo sviluppo del lavoro, delle risorse e dei servizi.

Roma, 31 maggio 2011

 
 
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