Le lavoratrici e i lavoratori stanno vedendo a pieno gli effetti nella busta paga di marzo del contratto collettivo nazionale di lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori del Comparto delle Funzioni Centrali per il triennio 2022/2024 sottoscritto definitivamente in ARAN il 27 gennaio scorso dalle altre organizzazioni sindacali firmatarie.
La FP CGIL ha detto no ad un contratto che per la prima volta riconosce aumenti inferiori all’inflazione maturata nello stesso triennio, determinando una perdita definitiva del valore del proprio stipendio dal 2021 (anno di scadenza del contratto precedente) ad oggi pari a – € 168,05 euro al mese per un funzionario, – € 138,39 euro al mese per un assistente e – € 131,47 euro al mese per un operatore.
In più, gli aumenti dichiarati nel CCNL, per effetto dell’indennità di vacanza contrattuale e degli anticipi già decisi unilateralmente dal Governo, si sono tradotti nei cedolini in aumenti mensili lordi da un minimo di € 47,22 per un funzionario ex area III F7 a un massimo di € 80,33 di un funzionario ex area III F1, come si vede dalla tabella.
Sulla parte normativa poi:
Per questi motivi la Funzione Pubblica CGIL non ha cambiato idea, forte anche del pronunciamento delle migliaia di lavoratrici e dei lavoratori ascoltati e consultati in questi mesi, e ha confermato il proprio secco NO.
LA FP CGIL CONTINUERÀ A LOTTARE PER RESTITUIRE ALLE FUNZIONI CENTRALI UN GIUSTO CONTRATTO