Incontri Aran

19 Aprile 2013

Comunicato Cgil, Fp Cgil, Flc Cgil – incontro ARAN del 15 marzo 2013

 
Oggi si è svolto all’Aran il secondo incontro sul tema del lavoro a tempo determinato e della precarietà nel settore pubblico.

L’Aran ha presentato una prima bozza di testo (in allegato), che a suo dire rappresenta la traduzione fedele dell’Atto di indirizzo letto alla luce del D.Lgs. 368/2001. Si tratta di un testo lacunoso, contraddittorio e che non affronta in modo adeguato, o non affronta per niente, alcuno dei problemi sollevati da quasi tutte le OO.SS. nell’incontro precedente.
 
La Cgil ha ribadito le sue posizioni espresse nel precedente incontro: in primo luogo è necessario affrontare in tempi rapidi il tema del rinnovo dei contratti a tempo determinato in essere (oltre 80.000), in scadenza entro il 31 luglio prossimo. Occorre una norma che consenta il rinnovo per un arco di tempo almeno pari a quello consentito dai rispettivi CCNL, in modo da arrivare al momento in cui si riavvieranno le assunzioni nel P.I., attualmente bloccate. Considerati i tempi di approvazione di un accordo, l’intesa va chiusa entro due mesi in modo da averla operativa il 31 luglio. La richiesta della Cgil è di mettere questo punto al primo posto del negoziato e di procedere immediatamente.

In secondo luogo, il campo di intervento di un accordo quadro non può in alcun modo essere limitato al tempo determinato, ma deve puntare ad una regolazione di tutte le forme di lavoro flessibile nel P.I. (che rappresentano i 2/3 dei 240.000 precari censiti, esclusa la Scuola),  così come prevedeva l’accordo con il Governo del 3/5/2012. Poichè è evidente che l’Atto di indirizzo non comprende alcun mandato all’Aran a trattare su questo tema, la Cgil chiede di sollevare tale questione con il Governo, e di modificare il mandato in modo da consentire un confronto a tutto campo sul tema della precarietà, che conduca ad un accordo quadro di carattere generale.

Se il Governo e l’Aran si ostinano a mantenere un mandato rigido e ristretto quale quello espresso nell’Atto di indirizzo o, peggio, vincolano la rinnovabilità dei contratti in scadenza ad un accordo generale sul tempo determinato con le caratteristiche del testo presentato, si assumono una pesantissima responsabilità politica di fronte al Paese. Dovranno spiegare come può la P.A. privarsi del lavoro strutturale ed ordinario dei tempi determinati lasciandoli a casa dal 31 luglio prossimo, e perdipiù in una fase di profonda crisi economica ed occupazionale. 
 
Quasi tutte le OO.SS., con sfumature diverse, si sono più o meno collocate sulla stessa linea. Il confronto proseguirà, ma è chiaro che senza un’inversione di tendenza sul mandato il negoziato si presenta estremamente difficile.  Nel prosieguo, ribadiamo che la nostra  priorità sarà un accordo specifico sul rinnovo dei contratti in scadenza. In assenza di risposte urgenti e concrete, la Cgil avvierà tutte le forme di mobilitazione necessarie.
 
Nicola Nicolosi           Segretario Nazionale Cgil
Rossana Dettori        Segretario Generale FP Cgil
Domenico Pantaleo   Segretario Generale FLC Cgil                          
 
Roma, 15 marzo 2013   

FP CGIL, CGIL, FLC CGIL Comunicato incontro Aran del 6 marzo 2013

Oggi si è svolto un incontro AranOO.SS. per affrontare il tema della revisione del sistema di relazioni sindacali nel settore pubblico, sulla scorta dell’Atto di indirizzo in materia predisposto dal Governo.

In apertura l’Aran ha brevemente illustrato i contenuti dell’Atto di Indirizzo, che era stato preventivamente consegnato alle OO.SS. e i cui contenuti erano noti, sottolineando la necessità di concludere un Accordo Quadro sulla materia; uniformando le regole in tutti i comparti, e rilevando come l’introduzione dell’istituto dell’esame congiunto, recepita in norma nella L.95/2012, rappresenti un “positivo” passo avanti rispetto al quadro normativo delineato dalla Legge Brunetta, proprio ad esito dell’attuazione dell’intesa del 3/5/2012.

Nel suo intervento la Cgil ha rilevato che nel metodo:

– l’Atto di indirizzo costituisce certamente un vincolo per l’Aran, ma non lo è altrettanto per le OO.SS., che devono liberamente elaborare una materia così delicata e complessa;

– le regole delle relazioni sindacali, diverse da comparto a comparto, sono l’espressione di specificità e differenze oggettive, che non possono agevolmente essere ricondotte ad uno schema unico per tutti; la Scuola, la Sanità, gli Enti Locali, i Ministeri sono realtà differenziate dal punto di vista strutturale, in cui le relazioni sindacali devono esplicarsi con le opportune articolazioni;

– l’Accordo Quadro, nello schema dell’Atto di Indirizzo, si sostituirebbe ai CCNL di comparto, firmati dalle categorie di riferimento non presenti al tavolo dell’Accordo Quadro Interconfederale, realizzando per questa via una espropriazione di potestà contrattuale delle categorie; 
 
Nel merito la Cgil ha dichiarato che:
 
– l’Atto di Indirizzo non è neppure coerente con i contenuti dell’Accordo del 3/5/2012, laddove prevede che oltre ad informazione ed esame congiunto possano vivere ulteriori “istituti ove previsti nel CCNL“; deve essere la contrattazione di categoria, nella sede propria del CCNL ad individuare tali istituti e le loro regole applicative;

– rispetto all’intesa del 3/5/2012, le modifiche introdotte agli istituti delle Relazioni Sindacali come definiti dalla Legge Brunetta sono del tutto insufficienti; il punto centrale sul tema non è l’introduzione di un esame congiunto che non è assolutamente vincolante per le Amministrazioni, ma il recupero del ruolo e della centralità della contrattazione. L’Atto di Indirizzo si limita sostanzialmente a fotografare e confermare il quadro normativo della Legge Brunetta; per la Cgil, che ha costantemente criticato alla radice e avversato quel provvedimento, la sottoscrizione di un’intesa che si muove sul medesimo terreno sarebbe incoerente e incomprensibile.

– è invece necessario riconquistare un terreno di discussione che liberi il campo dalle ipoteche delle norme vigenti, e sia al tempo stesso in grado di affrontare temi delicati ed urgenti che stanno emergendo con forza, come il tema delle regole della mobilità del personale ad esito dei processi di riorganizzazione, o quanto sta avvenendo in tema di contrattazione integrativa in attuazione della Legge Brunetta.  In questo quadro, la Cgil rivendica l’apertura dei tavoli contrattuali di comparto, che devono consentire di affrontare compiutamente i temi aperti, e chiede che l’Aran operi in tal senso nei confronti del Governo, ponendo il problema di un mandato ad ampio raggio, tale da poter provvedere anche alle necessarie modifiche legislative e al superamento delle norme della Legge Brunetta.
 
Quasi tutte le OO.SS. hanno assunto posizioni analoghe, in sostanza dichiarando impercorribile l’ipotesi dell’Accordo Quadro nelle condizioni date, con argomentazioni più o meno simili a quelle da noi avanzate. Solo due interventi hanno sollecitato l’Aran a non dichiarare immediatamente concluso il confronto, auspicando che, all’eventuale modifica del quadro di indirizzo politico, si creino le condizioni per rendere utile ed operativo il tavolo.  La discussione si è ulteriormente dilungata su questo punto, con ripetute dichiarazioni di indisponibilità a proseguire il confronto in assenza di modifiche di sostanza. La Cgil ha ribadito che il punto non è se il confronto possa o no proseguire, ma semmai se esso sia utile alla luce degli intenti politici assunti con l’Accordo del 3/5/2012: un mutamento radicale delle regole vigenti sulle relazioni sindacali.

L’Aran ha concluso la riunione prendendo atto della diffusa contrarietà all’Atto di Indirizzo, impegnandosi a riferire ai propri Organi e al Governo, e dichiarando che si verificheranno i tempi e le condizioni per una prosecuzione del tavolo.
 
Nicola Nicolosi – Segretario Confederale CGIL
Rossana Dettori – Segretario Generale FP CGIL
Domenico Pantaleo – Segretario Generale FLC CGIL
 
Roma 6 Marzo 2013

 
FP CGIL, CGIL, FLC, Nidil: Comunicato incontro Aran del 28 febbraio 2013

Ieri presso l’Aran si è svolto il primo incontro sul tema “armonizzazione delle regole sul lavoro a tempo determinato tra pubblico e privato”, ad esito della delega prevista dalla L. 92/2012 e dall’accordo Governo-OO.SS. del 3/5/2012. 

In apertura l’Aran ha illustrato l’Atto di indirizzo del Governo in materia, allegato al precedente comunicato.  Si tratta di un Atto peraltro molto limitato negli ambiti e negli obiettivi, che prevede un ipotetico  Accordo quadro interconfederale limitato  ai soli contenuti del documento.

Nel suo intervento la delegazione della Cgil (Confederazione, FP, FLC, Nidil) ha preliminarmente osservato che l’Atto di indirizzo, se è da considerarsi vincolante per l’Aran, non lo è certamente per le OO.SS., che intendono invece dispiegare un confronto a tutto campo sul tema del lavoro flessibile. La Cgil ha posto l’esigenza di chiarire due aspetti metodologici prima di entrare nel merito:

1) il campo di applicazione di un’eventuale Accordo quadro. L’Atto di indirizzo prevede l’esclusione dall’Accordo dei settori della Scuola e dell’Afam, in quanto portatori di problematiche e norme specifiche in materia di tempo determinato non assimilabili agli altri settori; la Cgil ha fatto rilevare come un’eventuale esclusione dal campo di applicazione dell’Accordo quadro dei tempi determinati del personale sanitario del Servizio Sanitario Nazonale, compresi i medici,  che una norma della legge 189/2012 (decreto Balduzzi) ha collocato fuori dall’applicazione della L. 368 sul lavoro a tempo determinato, porterebbe in un settore fondamentale alla mancanza di qualsiasi regola e certezza di garanzia occupazionale per i moltissimi lavoratori interessati.

2) Una esaustiva individuazione di tutti gli ambiti di flessibilità su cui l’Accordo dovrebbe operare. Il tempo determinato rappresenta solo una parte del problema precariato, lasciando fuori tutte le altre forme di flessibilità (CO.CO.CO., CO.CO.PRO., lavoro a somministrazione, Partite IVA, LSU, ecc.) che costituiscono una parte rilevante del precariato pubblico, peraltro proprio la meno tutelata.

Nel merito la Cgil ha rilevato come l’obiettivo prioritario e urgente del confronto sia quello di provvedere alla possibilità di rinnovare i contratti a tempo determinato in scadenza il prossimo 31 luglio per effetto della norma di proroga inserita nella legge di stabilità, e in forza di legge non più rinnovabili.  A quella data decine di migliaia di tempi determinati si troverebbero fuori dal lavoro, con conseguenze sociali e di sostenibilità del funzionamento della P.A. incalcolabili. I tempi sono stretti, perché la norma deve essere operante a luglio dopo aver ottenuto tutte le autorizzazioni e i controlli necessari.

Come secondo obiettivo la Cgil ha indicato la necessità di una rivisitazione dell’intero  sistema delle forme di lavoro non a tempo indeterminato, che oggi proliferano nelle P.A., definendo quali forme di flessibilità sono consentite nella P.A., in quale contesto, quali tutele, quali prospettive, e quali condizioni di prestazione e di retribuzione.

Come terzo oggetto del confronto, abbiamo posto il tema a regime del lavoro stabile, di come, con quali strumenti, con quali scansioni e modalità pervenire al superamento della precarietà diffusa e all’utilizzo di una flessibilità contenuta, motivata, sostenibile e trasparente, come d’altra parte abbiamo indicato nel nostro documento sul “Superamento del precariato nella riforma del reclutamento”.

 Appare evidente come tale impostazione sia molto più ampia di quanto l’Atto di indirizzo indichi; occorrerà perciò tenere insieme l’urgenza di definire le soluzioni per il tempo determinato in scadenza a luglio, e, al tempo stesso, proporre con determinazione un terreno di confronto più avanzato e generale sul tema del precariato, da far confluire nell’Accordo quadro.

L’Aran ha replicato dichiarando la necessità di un approfondimento sul mandato in ordine alle questioni metodologiche poste, con una riconvocazione del tavolo a metà marzo.
 
Roma, 1 marzo 2013
 

 

FP CGIL, CGIL, FLC: Comunicato incontro Aran del 14 febbraio 2013

 
Oggi presso l’Aran si è svolto un primo incontro per l’apertura del confronto con le OO.SS. sui due allegati Atti di Indirizzo del Governo e delle Parti Pubbliche relativi rispettivamente alle revisione del sistema delle relazioni sindacali e ad alcune modifiche alla normativa sul lavoro a tempo determinato . 

In apertura il Presidente dell’Aran ha illustrato gli obiettivi e i contenuti degli Atti di Indirizzo; ha ricordato i passaggi che hanno condotto alle scelte della L. 150, e successivamente i contenuti dell’Accordo OO.SS.-Governo, parti pubbliche  del 3 maggio 2012, che indicava una netta scelta di revisione del modello di relazioni proposta dalla legge 150.

Quell’Accordo, che non ha avuto alcun seguito, rappresentava la volontà delle parti di modificare  parti essenziali della Legge attraverso interventi legislativi, così come la necessità riconosciuta di intervenire per sanare il precariato pubblico.  Ha quindi proposto di avviare un iter di analisi della complessa stratificazione normativa sulle relazioni sindacali presente nei contratti, con l’obiettivo di rivederne gli assetti alla luce del modello così delineato.

La Cgil ha dichiarato il proprio interesse all’apertura di un confronto sul tema di una revisione e potenziamento del modello di relazioni, che si rende obiettivamente necessaria dopo il caos normativo prodotto dal Governo Berlusconi che ha determinato, oltre al blocco dei contratti, l’inapplicabilità delle norme vigenti e la decadenza della contrattazione integrativa, così generando un gigantesco ambito di incertezza giuridica, anche per le stesse  Amministrazioni.

Ha altresì manifestato l’esigenza di un modello appropriato, certo, semplificato ed efficace necessario per affrontare i complessi problemi di gestione che le riforme oggi e quelle future solleveranno.

Ha però rilevato come non sia pensabile realizzare tale revisione nell’ambito del perimetro  delineato dalle norme vigenti della L. 150 e del decreto legge sulla spending review.

La revisione va operata a tutto campo, restituendo alla contrattazione la potestà che il D.Lgs. 165/2001 originariamente le assegnava, superando i vincoli ideologici e normativi introdotti dalla L.150 e dalla successiva produzione legislativa.

In questa direzione si muovono i contributi che la CGIL e le sue categorie hanno presentato alle forze politiche impegnate nella campagna elettorale.

La Cgil ha altresì chiesto che si provveda con urgenza alla sospensione di  tutti quei provvedimenti che le amministrazioni stanno assumendo in attuazione della L. 150 e delle ulteriori leggi intervenute, con i  quali si disdicono i contratti integrativi operando in sostituzione di norme contrattuali in modo unilaterale ( vedi Enti Locali, Scuola, etc.). 

Per quanto riguarda il secondo tema,   partendo dall’emergenza rappresentata dai contratti a tempo determinato in scadenza il prossimo 31 luglio, che vanno ulteriormente prorogati, ha posto l’esigenza politica di una revisione generale dell’utilizzo del lavoro flessibile ( Tempi determinati, CO.CO.CO., somministrati, partite IVA, altro), che non deve più essere normalmente utilizzato nella P.A., garantendo comunque il lavoro degli interessati.

Si è trattato di un primo incontro interlocutorio, alla fine del quale si è decisa una calendarizzazione su entrambi i temi, per i primi giorni  dopo le prossime elezioni.
 
Roma 14 Febbraio 2013

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