Sessantasette. È il numero di ispettivi che l’Amministrazione ha promesso di reclutare tramite il cambio di famiglia professionale, consentendo ai funzionari interessati di riqualificare la propria professionalità in un percorso diverso.
Circa 380. Sono invece gli ispettivi che dovrebbero essere assunti tramite concorso, utilizzando la piattaforma Formez in una procedura comune con INAIL.
Nell’uno come nell’altro caso non si hanno indicazioni, però, in merito alla tempistica per l’immissione in ruolo. E il tempo, in questa partita, non è un fattore neutrale.
Di mese in mese continuano ad aumentare le criticità legate ai pensionamenti delle colleghe e dei colleghi, la cui fuoriuscita assottiglia ulteriormente le fila di chi dovrebbe svolgere una funzione centrale per l’intero sistema paese.
La scorsa settimana è stato inaugurato il primo corso di formazione per la vigilanza e ancora una volta, in quell’occasione, i vertici hanno ribadito l’importanza strategica di questo segmento dell’Istituto, la necessità di rafforzarlo, di fornire ogni strumento utile per l’esercizio dell’attività.
Tutto giusto, per carità, ma se non si procede tempestivamente con il piano di rafforzamento delineato, se cioè non si passa dalle parole ai fatti, il rischio concreto è di disperdere un patrimonio di professionalità ed esperienza che è stato curato negli anni e che rappresenta la vera ricchezza che questo Ente può rivendicare. Quel famoso know-how che cresce dentro l’organizzazione e non si può consegnare con un semplice passaggio di testimone.
Il concorso doveva essere bandito entro il 2024: a maggio 2025 siamo ancora in attesa.
Coordinatore nazionale FP CGIL INPS
Giuseppe Lombardo