Agenzia del demanio – FP CGIL non sottoscrive la preintesa per il Rinnovo CCNL 2022/2024 – Aumenta il lavoro ma arretrano gli stipendi

02 Luglio 2025

Nella mattinata del 2 luglio si è tenuto l’incontro per la sottoscrizione dell’Ipotesi di accordo finalizzato al rinnovo del CCNL 2022/2024 dopo che nel pomeriggio del 18 giugno l’Agenzia ha dichiarato conclusa la fase negoziale.

La FP CGIL, prendendo atto della conclusione della trattativa, ha ritenuto di non procedere alla sottoscrizione del testo in quanto –nonostante le molteplici proposte di mediazione di questa Organizzazione– non vengono offerte risposte adeguate alle lavoratrici e ai lavoratori dell’Agenzia. La Parte datoriale, pur nelle condizioni di scegliere, ha ritenuto conveniente ispirarsi agli esiti negoziali dei CCNL dei Comparti pubblici dove si prevedono incrementi dei tabellari nella misura analoga a quanto offerto in questa trattativa con buona pace dell’Autonomia che viene riconosciuta agli Enti Pubblici Economici.

Sul piano economico, il recupero dell’inflazione si ferma infatti a meno della metà dell’indice registrato dall’Istat per il triennio di riferimento: a fronte di un tasso inflazione del 16%, il Contratto prevede incrementi che raggiungono il loro massimo sviluppo a valere dal gennaio 2024 con l’incremento di un 7% (109 euro/mese per un primo livello fino a 189 euro/mese per un Quadro Super). Come già specificato, nel corso della trattativa e al solo fine di mediare le posizioni espresse, come FP CGIL abbiamo presentato diverse proposte -tutte rigettate dal Tavolo sindacale- finalizzate ad incrementare, almeno di qualche altro punto percentuale, gli effetti economici del contratto, compreso il conglobamento della indennità di vacanza contrattuale già corrisposta in attesa della sottoscrizione del CCNL 2022/2024 e la previsione di destinazione –già in sede di rinnovo delle maggiori risorse rinvenienti dalla Convenzione di Servizi 2025/2027 nella loro natura variabile e/o strutturale.

Sul piano normativo, al netto di alcune modifiche a generico e limitato impatto o di non immediata esigibilità, dobbiamo registrare il frequente ricorso a formule di rinvio della trattazione “ad altra sede o ad altro momento” senza l’individuazione di risorse economiche specifiche/aggiuntive e senza definire i contorni generali nell’impegno alla trattazione dell’argomento.

In sintesi, questo rinnovo: consente all’Agenzia di operare una riduzione strutturale degli stipendi del 10%, non offre al Personale diritti prontamente esigibili e rinvia –ancora una volta– ad un secondo momento la trattazione delle questioni rappresentate al Tavolo negoziale da parte di chi rappresenta le Lavoratrici e i Lavoratori.

La questione di fondo, che deve necessariamente essere attenzionata, non è solo la precisa sottovalutazione della “questione salariale” esistente in Agenzia (alla quale si sommano problemi sui percorsi di crescita, sul riconoscimento della responsabilità, di un sistema indennitario assente) ma è il congelamento -se non l’arretramento- attraverso questo rinnovo del percorso sindacalmente positivo avviato con il rinnovo del CCNL 2016/18 e proseguito poi con il rinnovo 2019/21.

Non è possibile, per la FP CGIL, sostenere un modello contrattuale che restituisce alla Controparte ulteriori margini di discrezionalità e diminuisce gli stipendi mentre aumenta il carico di lavoro senza, peraltro, avere attenzione alle condizioni di lavoro delle Lavoratrici e dei Lavoratori.

Come FP CGIL proseguiremo nella rivendicazione nei confronti dell’Agenzia di tutti gli interventi finalizzati al riconoscimento del lavoro –e del suo Valore sociale– svolto dalle lavoratrici e lavoratori dell’Agenzia, riconoscendo loro il giusto compenso per i risultati raggiunti e per gli impegni futuri.

FP CGIL Nazionale

Daniele Gamberini

gamberini@fpcgil.it

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