Sulla scorta del “miglior contratto possibile”, quello venduto tanto al chilo in campagna elettorale da qualche sedicente organizzazione sindacale, l’Amministrazione non ha soltanto modificato la disciplina per la maturazione del buono pasto in Assemblea.
Con il messaggio 2127/2025, infatti, ha ripreso il testo del CCNL per perimetrare meglio gli spazi di manovra consentiti ai dipendenti del comparto (Funzionari, Assistenti e Operatori) in caso di assenze per l’espletamento di visite, terapie, prestazioni specialistiche o esami diagnostici.
E cosa dice l’Amministrazione? Dice che il CCNL conferma un orientamento generale dell’ARAN e che la disciplina INPS deve essere adeguata. Più precisamente, “in coerenza con la ratio della disposizione contenuta nel citato art. 22” del CCNL 2022-2024, l’Istituto si riserva di valutare la relazione tra la durata della prestazione sanitaria e le ore di permesso fruite.
Certo, resta fermo un margine di flessibilità legato “a fattori esterni quali gli spostamenti, gli eventuali ritardi dovuti al traffico o all’uso di mezzi pubblici, nonché alla necessità di effettuare la prestazione in una località diversa dal luogo di lavoro“. Bontà loro.
Ma in caso di disallineamento rispetto ai termini indicati, il dirigente responsabile “potrà valutare – nel rispetto dei principi di correttezza e buona fede – di richiedere i necessari chiarimenti al dipendente“.
C’è un clima di fiducia scoppiettante in questo Istituto!
A furia di strappi, più o meno grandi, si avvelenano i pozzi: monta il disamoramento del personale per l’Ente.
Se a ciò aggiungiamo l’assenza di risorse, il trattamento ricevuto con il d.l. PA, il tentativo di fare economia sull’indennità di sportello, la totale inerzia sullo stato del nostro Fondo, c’è da fare i complimenti a chi fa la voce grossa al tavolo sindacale, pron(t)o a rivendicare la “settimana corta”.
Si presentano col cappello in mano, anzi con il Cappellari.
Giuseppe Lombardo