È trascorso meno di un mese da quando le lavoratrici e i lavoratori dell’INPS hanno ricevuto, a mezzo posta, l’abilitazione a formarsi su Syllabus, la piattaforma formativa zangrilliana che a ora, da una prima ricognizione, sembra avere la capacità di unire l’inutile al poco dilettevole.
Da quel momento fiumi di inchiostro hanno alimentato le perplessità dei colleghi circa le scadenze formative previste per l’anno corrente. Scadenze che comprensibilmente creano dubbi, stante anche la rigorosa programmazione delle ferie cui si è dovuto adempiere per l’ingegnosa trovata contrattuale di qualche sedicente organizzazione, sempre pronta a firmare contratti a perdere.
Ma si sa: chi fuori è un pesce rosso, qui dentro gioca a fare lo squalo; chi fa finta di essere apolitico, poi si trova tra i banchi del Governo. Tant’è.
Torniamo a Syllabus: perché l’Amministrazione, al tavolo nazionale di lunedì 15, ha anticipato la pubblicazione di un messaggio Hermes e, a distanza di una settimana (msg 2328/2025), ha fornito un quadro della situazione.
Lo diciamo a chiare lettere: la formazione non è solo un dovere, ma un diritto per chi opera in questo Ente. Deve essere seria, deve determinare una crescita della conoscenza e deve essere eseguita durante l’orario di lavoro, anche se qualcuno pensa di approfittare del momento per ricavarne un’esenzione.
A differenza di altre organizzazioni, non saremo certo noi a proporre il boicottaggio dei corsi, che semmai andrebbero sempre migliorati e rafforzati, mettendo a valore (anche economico) l’esperienza delle colleghe e dei colleghi impegnate in prima linea.
Ciò che stupisce, e non poco, è che l’impianto produttivistico delle PA in era zangrilliana non tenga in considerazione un dato: 40 ore, debitamente neutralizzate, saranno sottratte alla produzione. Più si avvicina la fine dell’anno, più il rischio che ciò ricada sugli utenti è evidente.
Parimenti stupisce, si fa per dire, la polemica creata ad arte per l’occasione:
perché il TEP non è stato pagato per mesi al personale assunto nel 2023 (sempre grazie ai fiscalisti con il tep degli altri) e non ricordiamo comunicati tonitruanti;
lo stesso si può dire dei differenziali stipendiali del 2024, in liquidazione dopo mesi di incomprensibile ritardo.
A proposito.
Nell’attesa di recepire le disposizioni di Zangrillo, è possibile dare pubbliche notizie sui DIFFERENZIALI STIPENDIALI DEL 2025?
CI SONO SEIMILA LAVORATRICI E LAVORATORI CHE ATTENDONO DI CAPIRE SE VEDRANNO IL BECCO DI UN QUATTRINO, dopo essere stati offesi da un CCNL capestro e da un decreto-legge, il d.l. PA, punitivo per l’Istituto.
È su questo versante che monta la protesta, anche se alcuni fanno finta di niente.
Coordinatore nazionale FP CGIL INPS
Giuseppe Lombardo