Torna a farsi vivo lo spettro che, nel 2023, aveva quasi compromesso le progressioni economiche: l’intervento degli Organi di Controllo (FP) sulla mancata applicazione del sistema VA.L.E., che all’epoca era ancora in fase sperimentale. La mancata applicazione del VA.L.E. ai premi di produttività e alle progressioni economiche fu frutto di un preciso accordo tra l’Amministrazione e le lavoratrici e i lavoratori, un patto di equilibrio e responsabilità che la Dirigenza aveva già dimostrato di essere pronta a disattendere. Oggi, purtroppo, ne vediamo le conseguenze.
Mentre attendiamo la certificazione da parte degli Organi di Controllo sull’accordo FRD 2023, la FP CGIL ribadisce con fermezza il proprio giudizio negativo sull’impianto dell’accordo stesso.
Nonostante i proclami e gli spauracchi, il fondo continua a riproporre la medesima struttura degli anni precedenti, senza alcun reale adeguamento delle modalità di attribuzione delle sue componenti. Riteniamo urgente una revisione complessiva, a partire dalla griglia delle attività lavorative utilizzata per la produttività individuale, spesso inadeguata, come dimostrato anche nella procedura di passaggio tra le aree in deroga.
A ciò si aggiunge una modalità di assegnazione del compenso per le attività di assistenza e informazione profondamente squilibrata, che ancora una volta porterà all’attribuzione di compensi sproporzionati a danno di attività come la prima assistenza e il lavoro nell’Area Territorio, non adeguatamente valorizzate.
Le indennità legate al fondo di sede richiederebbero, a loro volta, una profonda revisione, sia nella logica sia nei valori economici.
Sul tema del coworking, l’Agenzia ha scoperto le carte: il limite dei 350 km imposto dalla sede di servizio stravolge completamente il senso dell’istituto. Questo vincolo non solo contraddice lo spirito originario del coworking come misura di conciliazione vita-lavoro e alternativa alla mobilità, ma lo riduce di fatto all’ambito regionale o poco più.
Dopo aver sostenuto la necessità del coworking, oggi assistiamo a un clamoroso dietrofront da parte di chi lo ha sostenuto a gran voce fino a ieri.
Il pendolarismo forzato rimane un disagio gravoso e costoso per molti lavoratori. Un ricorso più esteso al lavoro agile rappresenterebbe una soluzione più sensata e moderna per chi si sposta dentro la regione o tra regioni limitrofe.
Ma con un limite così restrittivo, molti colleghi saranno costretti a una vita di sacrifici, biglietti del treno e aerei, scioperi e disservizi, mentre il coworking sarà precluso proprio a chi ne avrebbe più bisogno.
Un paradosso inaccettabile.
Per quanto riguarda le progressioni economiche per il 2025, la FP CGIL ritiene che ci siano tutte le condizioni normative e contrattuali per una piena valorizzazione delle risorse disponibili. Il vero limite non è tecnico, ma politico e volontario: il tavolo negoziale, ristretto per l’esclusione delle organizzazioni sindacali che – come noi – non hanno sottoscritto un contratto a perdere, non sembra muoversi nella direzione di uno sviluppo economico diffuso per tutto il personale.
Non meno grave è il ritardo inspiegabile nella verifica dei titoli e nella pubblicazione della graduatoria per le progressioni economiche 2024.
L’Agenzia offre giustificazioni poco credibili, mentre i lavoratori restano nell’incertezza e il tempo passa senza risposte.
Quelle somme aiuterebbero colleghe e colleghi a fronteggiare la perdita di potere d’acquisto, ma a quanto pare non è una questione così urgente per il datore di lavoro.
Infine, l’ipotesi di applicazione del sistema VA.L.E. al premio di produttività individuale del FRD ci lascia profondamente preoccupati.
Un sistema già fallito, figlio della riforma Brunetta e gestito da attori notoriamente inadeguati a garantire trasparenza, equità e coerenza nella valutazione del lavoro (negli anni si commettono sempre gli stessi errori).
Senza il contributo critico e propositivo della CGIL e delle altre OO.SS. non firmatarie del CCNL, ogni discussione sul tema rischia di trasformarsi in un esercizio sterile, molto rischioso per le colleghe e i colleghi.
C’è davvero motivo di essere preoccupati.
Siamo già oltre la metà dell’anno e ancora non si intravede una proposta concreta sull’applicazione del VA.L.E. al FRD 2025.
Anche questo silenzio è eloquente.
Per questo la FP Cgil ha già lanciato la consultazione nazionale sul sistema Va.L.E., per dare voce direttamente alle lavoratrici e i lavoratori del Fisco.
Chi non lo ha già fatto può partecipare compilando il questionario a questo link:
https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLScDkN9_n0R1u1yEqd2Xk9d0NDs22uG9CXEURT98eV7bcDKD8g/viewform
L’attuale composizione del tavolo negoziale, dominata da sigle come Unsa, Cisl, FLP e Confintesa, ha dimostrato in più occasioni di non avere la forza
contrattuale necessaria per rispondere alle reali aspettative dei lavoratori dell’Agenzia delle Entrate.
Gli esiti degli accordi recenti – dal FRD 2023 al blocco di fatto sul coworking, fino al mancato slancio sulle progressioni economiche – sono la conferma che un tavolo privo della rappresentanza sindacale più critica e indipendente si traduce in intese deboli, conservatrici e spesso penalizzanti per il personale.
La FP CGIL continua a lavorare fuori da un tavolo negoziale che esclude chi non si è piegato alla logica del peggioramento delle condizioni contrattuali. Continueremo a dare voce ai lavoratori, pretendendo trasparenza, rispetto degli impegni e valorizzazione reale delle professionalità.
Chiediamo all’Agenzia di smettere con i giochi tattici e di iniziare a costruire risposte concrete per il personale che, ogni giorno, regge sulle proprie spalle il funzionamento dell’amministrazione.
FP CGIL
Il Coordinatore Nazionale Agenzia delle Entrate
Florindo Iervolino