Giovedì 11 settembre abbiamo portato il nostro contributo e le nostre proposte durante l’audizione sul Dl Giustizia della Commissione Giustizia della Camera. Ciò che abbiamo espresso è che un intervento straordinario in materia di giustizia ci sembra più che auspicabile, date le gravi criticità che attanagliano l’intero sistema giustizia nel nostro Paese.
Riteniamo però indispensabile affrontare anche il tema delle gravi scoperture di organico che affliggono ormai tutti gli uffici giudiziari, con carenze delle dotazioni organice in media di un terzo, con picchi superiori al 50% in diversi uffici delle regioni del Centro e del Nord. Non ci sono ancora certezze in merito alla stabilizzazione del personale reclutato a tempo determinato per ridurre i procedimenti pendenti e il disposition time. Si tratta di 12 mila lavoratrici e lavoratori, tra funzionari addetti all’ufficio per il processo, funzionari tecnici e operatori data entry, che stanno sopperendo anche alle carenze di organico del personale di ruolo, senza che per la maggior parte di loro vi sia alcuna certezza.
Per questo, abbiamo spiegato che riteniamo urgente un intervento correttivo del provvedimento che possa affrontare queste criticità, a partire dallo stanziamento delle risorse necessarie alla stabilizzazione per tutti e 12mila, ma anche con lo scorrimento e il ripristino delle graduatorie scadute da cui poter attingere per colmare le carenze di organico, con le assunzioni mediante nuovi concorsi, e infine con uno stanziamento di risorse aggiuntivo per finanziare il sistema degli incarichi ed il nuovo ordinamento professionale. La giustizia rischia il collasso senza questa serie di interventi.
Rispetto, invece, all’articolo 6 del provvedimento sugli albi professionali degli educatori professionali e dei pedagogisti, prendiamo atto della proroga ma riteniamo necessario garantire l’avvio delle attività per evitare il protrarsi di una situazione di incertezza generalizzata per le lavoratrici e i lavoratori. Infine, abbiamo segnalato che la norma per come è stata redatta rischia di ingenerare incertezza applicativa per quanto riguarda coloro che conseguiranno il titolo di studio della laurea L-19 nel periodo tra il termine per l’iscrizione agli albi (31 marzo 2026) e l’effettivo avvio degli ordini professionali. Inoltre, risulta inspiegabile la ratio per cui siano previste anche diverse lauree del vecchio ordinamento per poter esercitare la professionare di pedagogista, mentre non vi è il medesimo trattamento per la professione di educatore. Riteniamo quindi opportuno un intervento correttivo del testo del decreto legge nella sua conversione in legge.