L’indifferenza o la debole protesta, espresse dall’Europa e dal nostro Governo in luogo di una dura condanna e, ove necessario, di una concreta azione di contrasto nei confronti del Governo genocida di Israele, legittimano definitivamente il ritorno alla barbarie e sanciscono senza lasciare dubbio alcuno il principio secondo cui la ragione è del più forte.
Se lasceremo, come sta accadendo, che un esercito avanzi e metta in atto indisturbato lo sterminio di un intero popolo inerme, massacrando civili e bambini, rinunceremo a tutti quei valori per i quali chi ci ha preceduto è morto combattendo contro il nazifascismo nel secolo scorso.
Lo Stato di diritto, che sia nazionale o internazionale, a breve non avrà più senso perché sta venendo meno un principio finora difeso dal mondo civile e democratico, e cioè che non prevale la forza, ma il rispetto delle leggi e delle regole condivise.
La ferocia omicida di uno Stato criminale, quale oggi è Israele, che per le proprie rivendicazioni sta sterminando un popolo indifeso, insieme al complice silenzio del mondo occidentale, sta determinando una preoccupante escalation verso l’adozione di soluzioni violente come strumento principale per la risoluzione delle controversie.
I palestinesi assassinati ammontano a più di 65.000 e di questi oltre 20.000 sono bambini.
È necessario assumere una posizione netta di denuncia, di condanna ed è vitale contrapporsi con ogni mezzo lecito possibile a questo nuovo genocidio.
Il Coordinamento FP CGIL ENAC