È quantomeno singolare che proprio l’INPS, tra i più solerti nel dotarsi di un rendiconto di genere e nel proclamare all’esterno l’impegno per la parità, offra al pubblico una rappresentazione tanto sbilanciata come quella registrata nella recente presentazione del XXIV Rapporto annuale a Catania: su nove relatori, soltanto una donna è salita sul palco.
Una scelta che, più che un dettaglio, diviene un simbolo eloquente della distanza ancora esistente tra le dichiarazioni di principio e la realtà dei fatti. E la realtà, nel caso dell’INPS, è immortalata dalle foto.
Il messaggio che ne scaturisce è inequivocabile: il tetto di cristallo resta ben saldo, anche in un’istituzione che si fa promotrice di strumenti di analisi e monitoraggio delle differenze di genere. Parlare di inclusione e pari opportunità perde ogni forza quando, nei momenti di rappresentanza pubblica, la voce femminile continua a risuonare come un’eccezione.
Chi ambisce a misurare la parità dovrebbe darne testimonianza nelle proprie prassi quotidiane e intervenire anche con chi si rapporta con l’Ente per garantire un analogo impegno.
Speriamo che lo “scivolone” sia una sfortunata eccezione e non la regola: altrimenti il rischio è quello di perdere credibilità.
Giuseppe Lombardo