INPS – Come i criceti

15 Ottobre 2025

Ogni obiezione diventa così un affronto personale al valutatore: INPS perfeziona un modello di sfiducia preventiva, degno delle burocrazie più polverose.

Per completare il mosaico, va ricordato il ridimensionamento dell’obiettivo di gruppo, un tocco di classe che sancisce la fine del collettivo “noi” in favore del più comodo “ognuno per sé”. Un tocco di classe che sfugge anche a certo sindacalismo, colpevole di non cogliere come la riduzione del peso dell’obiettivo di gruppo al 30% incida negativamente sulla formazione e sulla crescita professionale. È un cambio di paradigma che, se non fosse drammatico, sarebbe quasi geniale. Come disinnesco lo spirito di squadra? Svuotandolo di valore nella valutazione.

È la logica del merito alla Brunetta, quella che spaccia per giustizia la disuguaglianza e per incentivo la competizione. Un dispositivo ideologico che, dietro la facciata dell’efficienza, nega la dimensione cooperativa del lavoro e trasforma i colleghi in rivali, erodendo quel capitale relazionale che solo può generare valore pubblico. Una visione ostile alla comunità e funzionale al controllo, non al miglioramento: l’esatto contrario di ciò che dovrebbe animare un’amministrazione moderna.

Sarebbe quanto mai urgente, dunque, ripensare il sistema in chiave di trasparenza, partecipazione e fiducia reciproca. Sarebbe, appunto. Perché, a giudicare dalla direzione intrapresa, l’Istituto sembra determinato a perfezionare proprio ciò che non funziona: un sistema che misura tutto, tranne ciò che conta davvero.

E, a ben vedere, il gioco dell’Amministrazione è fin troppo comprensibile: non fa che adeguarsi ai mantra governativi della misurazione e della produttività a ogni costo. Ciò che davvero non si comprende — o forse si comprende fin troppo bene — è il silenzio connivente di chi accetta di attribuire alle “pagelline” un peso crescente nella distribuzione dei differenziali stipendiali. Caso unico in tutto il panorama delle Funzioni Centrali.

Le organizzazioni sindacali che hanno firmato o firmeranno l’integrativo (perfino questo, all’INPS, è ormai diventato un piccolo mistero) stanno contribuendo, consapevolmente o meno, a edificare un sistema in cui il lavoratore non è più una persona, ma una rotella dell’ingranaggio.

Anzi, per essere più precisi, un criceto nella ruota: deve girare a vuoto, con costanza e obbedienza, e se osa rallentare — anche solo per prendere fiato — sarà punito.

Coordinatore nazionale FP CGIL INPS

Giuseppe Lombardo

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