12 Novembre 2025
‘Non parteciperemo all’incontro di oggi, la nostra mobilitazione prosegue in tutto il Paese’
“Con un tempismo che lascia sgomenti la capo di gabinetto del ministro della Giustizia ha convocato per oggi pomeriggio le organizzazioni sindacali per discutere delle prove selettive per decidere chi lasciare a casa, dal prossimo 1° luglio 2026, dei 12 mila tra operatori data entry, funzionari tecnici e funzionari addetti all’ufficio per il processo assunti a partire dal febbraio 2022 grazie ai finanziamenti europei del PNRR. Come Funzione Pubblica CGIL non parteciperemo all’incontro perché preferiamo continuare il nostro impegno confrontandoci con i parlamentari, le rappresentanze della magistratura e degli avvocati, far crescere nell’opinione pubblica la consapevolezza che per migliorare la giustizia del nostro Paese bisogna rafforzare la capacità di dare risposte in tempi rapidi. Oggi a Salerno, domani a Firenze, così come nei prossimi giorni e settimane”.
Lo si legge in una nota del Segretario nazionale Fp Cgil Florindo Oliverio.
“Perché la legge sia davvero uguale per tutti – prosegue – bisogna che le sentenze siano giuste e rapide e il lavoro dei magistrati possa trovare nell’organizzazione giudiziaria un valido supporto fatto di lavoratrici e lavoratori motivati, consapevoli, professionalmente preparati e riconosciuti. Accettare di discutere oggi di criteri selettivi per ridurre gli attuali organici di almeno 6 mila unità significa accompagnare la giustizia al suo funerale. Noi preferiamo lavorare perché in questi giorni si possano convincere i parlamentari di tutte le forze politiche che nella prossima legge di bilancio ci siano le risorse che il Governo e il ministro Nordio non hanno voluto mettere per stabilizzare tutti i 12 mila precari alla scadenza dei loro contratti il 30 giugno prossimo”.
“Se la stabilizzazione di tutte e tutti è davvero l’obiettivo condiviso di amministrazione e di tutti i sindacati, ci aspettiamo che l’incontro di oggi non discuta di alcun criterio selettivo ma inchiodi il ministro alle sue responsabilità. La Funzione Pubblica Cgil non ha dubbi sul da che parte stare. Stiamo dalla parte delle lavoratrici e dei lavoratori che dopo quattro anni da precari per lo Stato chiedono di poterci rimanere. Stiamo dalla parte dei cittadini che vogliono una giustizia che funzioni davvero perché sia uguale per tutti e non più uguale per qualcuno”, conclude la nota.