Dare il via libera a dei criteri per lasciare a casa 9.000 lavoratrici e lavoratori: l’ennesimo capolavoro dei firma-lesta che spalleggiano un’amministrazione ormai alla canna del gas, in balia di un ministro ostaggio della restante compagine di Governo che non riesce neanche a evitare 200 milioni di euro di tagli sul funzionamento di tribunali e corti d’appello, oltre al sistema dell’esecuzione penale, alla faccia degli impegni presi finora per garantire l’investimento nel sistema giudiziario. Ma evidentemente è troppo preso dallo scontro con i suoi ex colleghi per occuparsi di dare le risposte che meritano i suoi dipendenti.
Non abbiamo intenzione di prestarci al gioco di un’amministrazione che lavora contro se stessa, per affossare definitivamente il sistema giustizia. Il comunicato delle sedicenti organizzazioni sindacali conferma quello che abbiamo detto da sempre: questa non è una stabilizzazione ma l’ennesima procedura selettiva per chi un concorso l’ha già superato con successo e lavora da anni al servizio dell’amministrazione, producendo risultati concreti e sotto l’evidenza di tutti. Ma evidentemente per il ministero della giustizia questo non è abbastanza.
Per quanto ci riguarda resta fermo l’obiettivo della stabilizzazione totale di tutto il personale precario e comunque fino all’ultimo contratto individuale trasformato a tempo indeterminato, con la strutturazione a regime del modello dell’ufficio per il processo, rendendo vani e inutili tutti i criteri di selezione che servono solo a decidere chi viene sbattuto fuori dall’amministrazione. Per questo continuiamo a lavorare pancia a terra, nelle assemblee dei prossimi giorni in tutti gli uffici giudiziari del Paese per chiedere che il Governo stanzi finalmente le risorse necessarie nella legge di bilancio a stabilizzare tutti i
12.000 precari PNRR della giustizia, senza determinare alcuna interruzione dei rapporti di lavoro, e che il Ministero riapra la discussione sull’accordo sulle famiglie professionali per dare certezza anche sul lavoro che dovranno svolgere, oltre le dovute garanzie di continuità occupazionale.
Noi non ci prestiamo a questo stillicidio che si gioca sulla pelle delle lavoratrici e dei lavoratori e invitiamo tutte e tutti ad aderire allo sciopero che la FP CGIL ha proclamato per il prossimo venerdì 5 dicembre per tutto il Ministero della giustizia. Mai come oggi le nostre ragioni sono più forti, contro chi ci vuole soli e divisi noi rispondiamo con la forza del noi. Con la forza del sindacato per davvero. Ci vediamo venerdì 5 dicembre in piazza Vidoni, davanti al Senato della repubblica per dare finalmente risposte alle lavoratrici e ai lavoratori del Ministero della giustizia!
FP CGIL Nazionale