Apprendiamo che in queste ore sarebbe stata depositata una riformulazione da parte del Governo a un emendamento di maggioranza in cui si chiarisce che le graduatorie che saranno formate a seguito della procedura selettiva avranno durata di 3 anni e saranno utilizzate prioritariamente dal Ministero della giustizia, poi saranno rese disponibili alle altre amministrazioni pubbliche. Questa misura conferma così che verranno lasciati a casa 9.000 lavoratrici e lavoratori precari a partire dal 1 luglio 2026.
I vertici del Ministero per settimane hanno detto che non si poteva fare nulla. La nostra azione di mobilitazione è continuata in modo pressante e costante, passando per i presidi unitari dello scorso 30 giugno e 1 luglio, per lo sciopero del personale precario PNRR dello scorso 16 settembre con oltre 100 presidi in tutta Italia, per arrivare al risultato storico di aver determinato le condizioni lo scorso 5 dicembre per far scioperare tutto il personale della giustizia, di ruolo e non. Questo è il colpo che batte il Governo? Non basta.
Con la discussione della legge di bilancio ancora aperta, la partita per ottenere le risorse per la stabilizzazione di tutte e tutti i precari della giustizia con la strutturazione a regime del modello dell’ufficio per il processo è appena entrata nel vivo, tanto più che i saldi della legge di bilancio non sarebbero affatto chiusi, come testimoniano i numerosi emendamenti e riformulazioni presentati in queste ore dal Governo e dalla maggioranza. Chiediamo nuovamente che in queste ore non si perda altro tempo e si concentrino tutti gli sforzi possibili per individuare le risorse necessarie a garantire la prosecuzione del rapporto di lavoro nel Ministero della giustizia di tutte e tutti a partire dal 1 luglio 2026. In caso contrario torneremo nuovamente nelle aule dei tribunali e nelle piazze in tutta Italia per proseguire la mobilitazione fino all’ultima trasformazione di un contratto di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato, utilizzando tutti gli strumenti che la lotta sindacale ci consegna.
Prevedere una durata triennale delle graduatorie senza alcuna certezza di continuità occupazionale vorrebbe dire scegliere di non affrontare il tema vero che abbiamo posto fin dal 2022: assicurare che l’esperienza innovativa di questo nuovo modello organizzativo possa continuare a dare i suoi frutti anche dopo la scadenza dei progetti PNRR e trasformare definitivamente come si garantisce il diritto alla giustizia in questo Paese. Per questo dove la legge di bilancio non dovesse dare una risposta per mantenere all’interno del Ministero della giustizia le professionalità acquisite in questi anni, il Governo deve trovare una soluzione per tutti i precari, a partire dal DL milleproroghe il cui testo definitivo non è stato ancora trasmesso alle camere.
Mentre le altre organizzazioni sindacali offrono la sponda a un’amministrazione che ancora guarda al passato invece che al futuro, firmando accordi truffa che lasciano a casa 9.000 persone senza nemmeno curarsi di quale prospettiva dare al personale, noi continuiamo a fare il nostro mestiere, quello del sindacato per davvero.
FP CGIL Nazionale