Dichiarazione di Massimo Cozza, segretario nazionale FP CGIL Medici
Le affermazioni della Congregazione per la dottrina della fede del Vaticano, nella nota in risposta ai vescovi Usa sull’alimentazione e sull’idratazione artificiali, non sono accettabili.
L’etica del medico, in particolare se lavora nel servizio sanitario pubblico, non può essere dettata dalla morale religiosa “obbligatoria” del Vaticano.
Il medico non può e non deve essere obbligato alla nutrizione e alla idratazione artificiale quando c’è un rifiuto consapevole del paziente, e non solo in casi particolari.
Siamo di fronte a trattamenti straordinari e non ordinari, come afferma la Congregazione, per i quali il consenso del paziente è fondamentale.
Il rispetto della vita e della salute va coniugato con il rispetto della libertà e della dignità delle persone.
Peraltro i medici, per il codice deontologico, devono astenersi dall’ostinazione in trattamenti diagnostici e terapeutici da cui non si possa fondatamente attendere un beneficio per la salute del malato e/o un miglioramento della qualità della vita.
E porre fine a simili trattamenti, non si può e non si deve configurare come eutanasia, così come giustamente riconosciuto nel caso Welby.